CATANIA (IX, p. 426; App. I, p. 387)
I bombardamenti aerei e navali del 1943 hanno seminato rovine tra i suoi monumenti e nei quartieri di abitazione. Ben 28 chiese e quasi tutti i più importanti palazzi della città settecentesca sono stati colpiti. Tuttavia nessuna opera di grande importanza è andata distrutta, mentre è stato possibile quasi ovunque intervenire per eseguire restauri. Così sono state rifatte le coperture di tre saloni del castello Ursino, sono state consolidate le strutture della grande chiesa di S. Nicola, è stato riparato il prospetto sfregiato dalle esplosioni e reintegrata la parete laterale sinistra dell'elegante chiesa di S. Benedetto; sono stati eseguiti anche restauri di reintegrazioue e ricostruzione nelle chiese di S. Placido e della Collegiata. I restauri intrapresi in seguito ai bombardamenti nella chiesa di S. Maria della Rotonda hanno rivelato interessanti strutture di un edificio termale romano. Così anche nel palazzo San Demetrio sono stati eseguiti restauri. Nei quartieri di abitazione, le tracce della guerra sembrano oggi quasi completamente scomparse, grazie ad una intensa opera di ricostruzione. La popolazione presente del comune, il 31 dicembre 1947, era di 282.501 ab.; e di 788.000 circa quella (residente) della provincia.
Durante la seconda Guerra mondiale, iniziatasi (10 luglio 1943) da parte angloamericana l'invasione della Sicilia, la conquista di Catania divenne obiettivo degli Alleati diretti su Messina. Occupata lo stesso giorno Siracusa ed entrati l'11 in Augusta, essi, sostenuti da largo spiegamento di forze aeree, navali e corazzate, proseguirono decisamente verso nord fino a raggiungere, il 14, il margine sud della piana di Catania, ma furono validamente contenuti dalle truppe italo-germaniche (XIV corpo tedesco e divisioni italiane Livorno e Napoli). Ripetuti e tenaci attacchi per forzare le difese furono respinti. Il 15 luglio un violento bombardamento navale durato 6 ore colpì duramente la città e i dintorni; nei giorni seguenti massicci bombardamenti si susseguirono, mentre la pressione nemica aumentava; paracadutisti sbarcati nella piana furono eliminati. La resistenza a sud della città durò fino a quando fu possibile assicurare la continuità della fronte in relazione agli avvenimenti che si andavano sviluppando nelle altre regioni dell'isola. Caduta dopo prolungata resistenza Agrigento e avendo gli Alleati raggiunto S. Stefano di Camastra e la valle del Dittaino, si delineò la minaccia di un aggiramento dell'Etna da ovest. In seguito a ciò, il 5 agosto, le forze italo-tedesche furono costrette a ritirarsi, protette da retroguardie e Catania fu occupata dalla 8a armata britannica.