Vedi CATANIA dell'anno: 1959 - 1973 - 1994
CATANIA (Κατάνη, Catĭna o Catăna)
Città della Sicilia. La città antica, corrispondente alla moderna, sorgeva sull'ampio golfo con un vasto porto non più riconoscibile.
Colonia calcidese (729 a. C.), della sua libera vita vanta la legislazione di Caronda. Ben presto, però, la città fu oggetto delle mire espansionistiche di Siracusa: prima Ierone la rese deserta (476 a. C.) per ripopolarla di 10.000 cittadini dori e per chiamarla Aitna; successivamente, dopo la sconfitta all'Assinaros degli Ateniesi, dei quali fu la base delle operazioni di guerra, C. fu esposta alla vendetta di Siracusa, fortunatamente stornata dall'avanzata cartaginese (409 a. C.); ma la sua effimera libertà cessò di lì a poco con la conquista di Dionigi (403 a. C.). Da quel momento la città greca decadde, fino a che, entrata nel dominio di Roma (263 a. C.) come civitas decumana, divenne colonia romana con Ottaviano,riprendendo una nuova ascesa nell'età imperiale. Notevole sviluppo vi ebbe il cristianesimo, annoverando molti martiri, nelle persecuzioni di Decio e di Diocleziano, fra i quali S. Agata. Caduta sotto gli Ostrogoti fu conquistata da Belisario nel 544; ripresa da Totila nel 550 e poi di nuovo dai Bizantini.
Gli scarsi resti architettonici d'età greca (muri isodomi del teatro) sono compensati dai grandi monumenti romani. Si hanno resti della necropoli calcidese, ma non si ha traccia del famoso tempio di Cerere il cui simulacro fu rapito da Verre, né di altri monumenti collegati nella storia al nome di Marcello. Il teatro, che continuò quello greco, mantenne nella cavea l'antica divisione in nove cunei per mezzo delle otto scalette irradiantisi dall'orchestra rivestita di marmi, ma aggiunse nel giro esterno la galleria a colonne e ricavò nelle sottostrutture della cavea un sistema di accessi a scalee e ad ambulacri, comunicanti con l'esterno. Della scena, evidentemente del tipo classico con architettura a colonne, è visibile la fronte del pulpitum con due nicchie. A fianco del teatro, di cui conserva la stessa pianta ad andamento circolare, è l'odeon con esterno a portico. L'anfiteatro racchiude in un ampia ellissi l'arena e i seggi scalanti della cavea disimpegnati dal portico perimetrale. Architettonicamente interessanti sono, infine, le Terme dell'Indirizzo e la Rotonda (chiesa di S. Maria) per la presenza in esse di una sala centrale con copertura a cupola.
Museo comunale. - È nel Castello Ursino e comprende vario materiale proveniente dalla Collezione Biscari costituita da Ignazio Paternò Castello nel XVIII sec. e donata nel 1932 al Comune. Contiene elementi architettonici e decorativi provenienti dal teatro, varie sculture, fra cui una testa efebica da Lentini degli inizî del V sec. a. C., teste di Zeus, di Ammone, del Meleagro scopadeo, della Cnidia, di Alessandro, di Antinoo, un torso di ritmo prassitelico, un torso di Eracle da un tipo ellenistico, una statuetta del Buon Pastore, sarcofagi, busti e ritratti romani, urne cinerarie. Un pannello dall'anfiteatro mostra un cavaliere entro una cornice di stile flavio, all'età degli Antonini sembrano appartenere i frammenti di una colonna onoraria con tre cavalieri presso una fortificazione turrita. Ricca è la serie dei bronzetti greci, etruschi e romani e quella della ceramica corinzia, attica (fra cui il bel cratere da Camarina con Perseo), italiota, àpula, e con vasi di Centuripe a rilievo. Numerose le terrecotte dall'arcaismo all'ellenismo, fra le quali una statuetta femminile da Inessa. Il medagliere comprende monete siceliote d'argento, greche e romane di bronzo.
Per la monetazione di C. che annovera creazioni dei più grandi incisori v. choirion, euainetos, herakleidas, prokles.
Bibl.: V. Amico, C. illustrata, Catania 1741-46; J. Houel, Voyage pittoresque en Sicile, Parigi II, tavv. 138-138-140; S. Ittar, Raccolta degli antichi edifici di C., Catania 1812; F. Ferrara, Storia di C., Catania 1829; D. Lo Faro duca di Serradifalco, Antichità di Sicilia, Palermo 1846; Musumeci, Opere, I, p. 23 ss.; G. Puglisi Marino, L'Anfiteatro di C., Catania 1924; A. Holm-G. Libertini, C. antica, Catania 1925; R. Kekule, Terrakotten, II, Berlino 1884, pp. 30-31, tav. IV, 8; G. Libertini, Siciliana, I, 1923; G. Libertini - L. Pollak, Il Museo Biscari, Roma 1930; B. Pace, Arte e civiltà della Sicilia antica, II, Milano 1938; su un mosaico di una basilica paleocristiana, G. Rizza, in Boll. d'Arte, XL, 1955, p. 1 ss. V. inoltre gli articoli nelle raccolte: Archiv. stor. per la Sicilia orientale, I, 1904, p. 119; II, 1905, p. 66; X, 1913, pp. 312; XVIII, 1921, p. 64; XX, 1923, p. 53; XXVIII, 1932, pp. 411; XXIX, 1933, p. 115; Boll. Ist. Naz. del Dramma Antico, 1929, p. 250 ss.; Dedalo, anno VI, 1925, fasc. VI, pp. 354-356, fig. p. 363; Not. Scavi, 1917, p. 70; Rend. Pont. Acc., III, 1925, p. 187; Riv. del Comune di C., agosto 1929; Rev. Étud. Anc., IX, n. 2, 1907, pp. 121-131; Rev. Arch., 5a ser., XI, 1920, pp. 271-289; G. Rizza, in Fasti Arch., VIII, 1956, n. 5104; A. Di Vita, in Fasti Arch., X, 1957, n. 2511.
Per la numismatica: A. Holm, Storia della Sicilia nell'Antichità, III, p. 11, trad. ital., Torino 1906; B. W. Head, Historia numorum, Oxford 1911, p. 113 ss.; A. Salinas, Le monete delle antiche città di Sicilia, Palermo 1872-1922; E. Gabrici, La monetazione di bronzo della Sicilia antica, Palermo 1927, p. 37 e 65; G. E. Rizzo, Monete greche della Sicilia, Roma 1946.