CATANIA (IX, p. 426; App. I, p. 387; II, 1, p. 535)
La popolazione residente del comune, pari a 244.972 ab. nel 1936, e a 299.629 nel 1951, è salita alla fine del 1958 a 354.850, con un aumento complessivo del 44,8%. La città, nel 1951, contava una popolazione di 294.199 ab., cioè raggruppava il 98,2% degli abitanti. L'aumento demografico si deve soprattutto al movimento naturale della popolazione.
L'eccedenza dei nati vivi sui morti si è aggirata, dal 1948 ad oggi, intorno a 5-6000 unità all'anno. Ma all'aumento della popolazione catanese contribuisce pure il bilancio positivo dei movimenti migratorî: gli immigrati mostrano un continuo aumento dal 1949, mentre il numero degli emigrati, anche se in leggero aumento, appare ancora inferiore alle cifre prebelliche. In complesso, l'incremento demografico è salito dal 18,1 nel 1949 al 28,5‰ nel 1958. Gli immigrati provengono soprattutto dalla provincia di C. e dalle altre province siciliane, mentre gli emigrati sono attratti sia da altre città dell'isola (57,7% nel 1958), sia dall'Italia settentrionale (22,3%).
Dei residenti in età superiore ai 10 anni, il 38% risulta attivo. La città si è notevolmente affermata, dal dopoguerra in poi, nelle attività industriali, arricchendosi di una nuova grande zona industriale, posta tra il nodo ferroviario di Bicocca, al bivio tra le strade per Palermo, Siracusa e Messina, e la strada nazionale Catania-Siracusa: si tratta soprattutto di industrie meccaniche, chimiche e alimentari. Un numero cospicuo di addetti (11.831) vantano le manifatturiere, pressoché altrettanti il commercio, e circa la metà i trasporti. Le attività commerciali sono molto vivaci, ma il porto ha accusato un leggero declino dal 1930 ad oggi.
Le navi che toccano il porto sono annualmente circa 1250 per una stazza netta pari a 880.000 t, le merci sbarcate si aggirano sulle 400.000 t, mentre quelle imbarcate non raggiungono le 100 mila. Il valore delle importazioni si ragguaglia sui 6,3 miliardi di lire, di cui quasi 2/3 dati da carbon fossile e cereali, e quello delle esportazioni a ben 11,6 miliardi, di cui più di 3/4 rappresentati da frutta (con prevalenza di mandorle sgusciate, arance e limoni). L'esportazione dello zolfo è diminuita in modo cospicuo: 15.480 t di greggio (1958) di fronte a 70.152 nel 1928, alle quali vanno aggiunte 24.617 t di raffinato.
L'incremento delle attività industriali e il forte aumento della popolazione sono stati i due fattori principali nel determinare una nuova espansione dell'impianto urbano negli ultimi decennî: la zona industriale è sorta, come si è accennato, alla periferia meridionale della città, nell'area dell'ex Pantano d'Arci, mentre i quartieri residenziali si sono sviluppati soprattutto a nord, in direzione di Monserrato, e, un po' distaccati, nel triangolo posto tra Guardia e Ognina sul mare e Picanello all'interno.
Bibl.: A. D'Arrigo, I problemi della ricostruzione del Porto di Catania, Catania 1946; G. Cavallari, La popolazione di Catania attraverso il tempo, Catania 1948; G. Policastro, Catania nel Settecento, Torino 1950; Comune di Catania, Catania. Rivista del Comune (nuova serie dal 1953).