CATATONIA (dal gr. κατά "sotto" e τόνος "tono")
Quadro psicopatico a base dissociativa, nel quale l'azione si svincola quasi interamente dalle motivazioni razionali e affettive e resta inceppata in contrasti automatici che l'irrigidiscono o la rendono saltuaria e stolida. I catatonici stanno fermi e ritti in atteggiamenti statuarî, silenziosi e come assorti in se stessi, a occhi chiusi, in atteggiamenti mimici strani e incoerenti, o irrigiditi in atteggiamenti incomodissimi. Alle suggestioni altrui reagiscono in senso antagonistico (negativismo), rifiutando il cibo, salvo poi a mangiare spontaneamente quando si vedono soli. Persino gli stimoli delle funzioni organiche vengono attivamente avversati: i malati non mangiano benché abbiano fame; trattengono forzatamente le feci e l'urina e così via. La catatonia più rigida può per altro interrompersi bruscamente, per un tempo più o meno breve, ora senz'alcun motivo apparente, ora per visibili influenze psichiche, oppure s'interrompe per dar luogo a scatti improvvisi, a impulsi che assumono forme infinite, dalle più futili alle più gravi e pericolose. L'immobilità può essere anche interrotta per ore e giorni interi e dar luogo a crisi d'agitazione violentissima, a vociferazione d'una frase sempre uguale. Nel corso della catatonia si può anche manifestare una tendenza alla passività, che raggiunge il colmo nella catalessia. Segni analoghi di passività sono l'imitazione automatica degli atti che si vedono compiere (ecoprassia), o la ripetizione a eco delle ultime parole sentite proferire da altri (ecolalia), l'obbedienza automatica a comandi anche insensati o umilianti.
Il quadro della catatonia è frequentissimo, in forma piena e in forme attenuate, nelle psicosi dissociative che vengono ascritte alla cosiddetta demenza precoce o schizofrenia. Fu anzi considerato come segnacolo d'una speciale malattia, inglobata poi, come forma speciale, nella demenza precoce. Quadri di catatonia possono peraltro presentarsi episodicamente nella paralisi progressiva, nella angio-sifilide cerebrale, nei tumori del cervello, nella malattia del sonno, melanconia, demenza e nell'isterismo.