CATECÙ
. Con questo nome s'indica la droga fornita da alcune specie di Acacia: A. catechu Willd. (Mimosa catechu L. fil.) e A. suma Kurz., leguminose dell'India e di Ceylon. La più importante è la prima, che è coltivata e diffusa anche nell'America tropicale: è un alberetto di 6 0 7 m. d'altezza, con spighe fiorali bianche o gialle, di cui si adopera il cuore del legno che è ricco di principî astringenti. Si riduce in schegge e si fa bollire con acqua in vasi di terra fino all'evaporazione della metà del liquido; questo poi si pone in vasi piatti e si lascia evaporare fino a consistenza pastosa, allora si cola in stampi e si ravvolge in foglie di Dipterocarpus tuberculatus Roxb. La sostanza è di color bruno-rossastro o bruno-nero, di sapore amaro, astringente e poi dolcigno: contiene acido catecutannico (C38 H34 O15), catechina, ecc. Prende anche il nome di Terra cattù, T. giapponica o Pegù. Col nome di catecù pallido o Gambir catecù s'indica l'estratto dell'Uncaria gambir Roxb., rubiacea dell'arcipelago indomalese, di color bianco-giallastro; con quello di catecù del Bengala s'indica l'estratto della palma Areca tatechu L. (v. areca).
La qualità più stimata è quella del Pegù, che viene in commercio specialmente dal Bengala. Si presenta in pani appiattiti o in masse irregolari, di peso variabile, solide, fragili, di colore bruno-rossastro, spesso fornite di molte cavità, a frattura concoide lucente. È solubile in parte in acqua fredda, quasi completamente nell'acqua bollente con la quale dà una soluzione rosso-bruna di reazione acida. Da tempi antichissimi è adoperata, con altri componenti, nella preparazione del betel (v.). Il catecù è uno dei migliori astringenti, preferibile al tannino. Si somministra per uso interno nelle diarree, nelle emorragie leggiere, e per irrigazione nelle leucorree e nelle blenorree. Si usa anche per preparare polveri dentifricie, come antisettico e astringente nelle stomatiti e per correggere la fetidità del fiato. S'impiega sotto forma di polvere, d'infuso, di tintura, di sciroppo, di tisana, di pastiglie, di pillole, ma non di estratto che è un cattivo preparato perché il catecù nell'evaporazione perde in parte il suo sapore gradevole. Molto rinomate sono le Pasticche di catecù aromatizzate di Bologna, di sapore gradevole e largamente usate per rinfrescare e profumare l'alito.