BERETTA, Caterina
Nata a Milano l'11 nov. 1828, fu avviata alla danza dal padre, mimo di professione. La sua formazione artistica avvenne alla scuola della Scala, diretta da A. Huss, che improntava il suo insegnamento alla tecnica più severa, mirando al raggiungimento di un'agilità acrobatica e conferendo invece minore importanza alla grazia e all'affinarsi delle qualità espressive delle danzatrici. Questo indirizzo influenzò tutta l'attività artistica della B. che ad esso si uniformò anche quando a sua volta divenne maestra di danza.
La B. debuttò a Milano in giovane età come prima ballerina assoluta di rango francese; nel 1855 venne scritturata per l'Opéra di Parigi, con un contratto che la legava a quel teatro per tre anni, e con un compenso che dai 18.000 franchi iniziali doveva salire ai 36.000 pattuiti per il terzo anno di attività. Per la B. si allestì a Parigi il 22 febbr. 1855 una ripresa di Le Diable à quatre di J. Mazilier (musica di A. C. Adani), che comportava notevoli difficoltà per la ballerina ancora fanciulla, anche per l'inevitabile confronto con C. Grisi, cui si doveva la fama di quel ballo. Ad ogni modo ottenne un buon successo, soprattutto per una mazurka che si ritenne eseguita "d'une manière énergique autant que gracieuse" (Castil-Blaze), mentre la mancanza di esperienza fu palese nella mimica che più tardi avrebbe costituito una delle sue qualità più tipiche.
Il maggior successo ottenuto dalla B. a Parigi fu in occasione del ballo Jovita ou les Boucaniers di Mazilier (musica di T. Labarre); non piacque invece nel "divertissement" de Le quattro stagioni, creato da L. Petipa per I Vespri Siciliani, nel quale la B. impersonava l'autunno. La vera trionfatrice dello spettacolo fu C. Cucchi, giovanissima debuttante, e le fredde accoglienze ricevute costarono alla B. la rottura del contratto; ella però si oppose ed ebbe la meglio, perché continuò a danzare all'Opéra fino al gennaio 1857, quando lei stessa chiese di essere esonerata dall'impegno. Nel carnevale 1856 il suo temporaneo ritorno a Milano era salutato dalla Strenna letterario-teatrale che presagiva in lei una nuova Elssler o una nuova Taglioni; in quella stagione la B. si produsse alla Scala in vari balli di scarso successo insieme a Caterina Merante; nell'autunno 1857 danzò a Roma. Gentile e modesta, la B. si era ormai imposta all'attenzione dei critici e del pubblico ed ebbe innanzi a sé molte stagioni intense, durante le quali partecipò a spettacoli nei principali teatri d'Italia. Si alternò alla Scala con Carolina Pochini, una delle sue più accanite rivali (nel 1861 vi danzò in vari balli di G. Rota con musica di P. Giorza: Il Vampiro [carnevale], Un Fallo e La Contessa di Egmont, dato il 2 marzo con grande successo; ballo quest'ultimo in cui si cimentarono alcune fra le migliori danzatrici del tempo e che nell'allestimento curato da G. Bini la B. interpretò di nuovo al Teatro la Fenice di Venezia nella stagione 1867-68 insieme con C. Cecchetti). Figurò in molte occasioni (nelle stagioni 1857-58, 1863-64, 1864-65, e infine nella stagione 1870-71) come prima ballerina anche al Teatro Regio di Torino, danzando spesso insieme a L. Viena, ballerino e coreografo, col quale nel 1860 si era unita in matrimonio.
Nel 1859, quando quasi tutti i teatri d'Italia rimasero chiusi, al Comunale di Bologna (coreografo A. Cortesi), la B. era stata "celebrità mima danzante" con G. Lepri in Fior di Maria o I Misteri di Parigi di P. Borri e in Jenny di R. Rossi. Si produsse anche alla Fenice (nel 1859 in Gabriella la Fioraia di P. Borri., nel 1868 in Lo Spirito maligno e La Contessa di Egmont di G. Rota e nel 1870 nella ripresa di un ballo di P. Taglioni: Leonilda ossia la Sposa del Filibustiere, che l'anno precedente aveva interpretato a Bologna), fu a Parma nel carnevale 1860-61, a Firenze nel 1861 (prima ballerina in un ballo del marito, Pedrilla e Rosetta, dato al teatro Pagliano), a Napoli nella primavera 1865, a Paddiva nel 1867 (al Teatro. Verdi). Gli spettacoli dati in Italia si alternarono con una "tournée" in Inghilterra, dove al Her Majesty's Theatre danzò nella stagione 1863-64, producendosi tra l'altro in un celebre ballo di Rota: I bianchi e i neri. Un altro ballo romantico famoso, Ondine, fu dato alla Scala nell'interpretazione della B. nella primavera 1869 (primo ballerino Filippo Baratti). Intorno a questi anni l'attività artistica della B. divenne meno intensa: nel 1877 partecipò ancora a uno spettacolo di rilievo alla Scala, come prima ballerina in Nerone di A. Pallerini, ma le cronache teatrali rilevavano come la danza della B., non più giovanissima, interessasse ormai solo una cerchia ristretta di intenditori. La seconda parte della vita di B. fu dedicata all'insegnamento della danza, e anche in questo campo ella acquisì meriti notevolissimi.
Nell'87 si trasferì a Pietroburgo, dove il suo stile e il suo virtuosismo suscitarono profondo interesse e dove si trattenne a lungo, prodigandosi alla scuola del teatro Mariinskij affiancata a C. Cecchetti. Sue allieve furono alcune famose danzatrici russe: O. Preobrajenska, Anna Pavlova, V. Trefilova, e prodigiosi apparvero i progressi dovuti alla sua guida. Considerata la rappresentante più caratteristica della nuova scuola italiana, la B. incise notevolmente nel processo di evoluzione del grande balletto russo che in quegli anni decisivi andava assumendo le sue peculiari caratteristiche. Tornata a Milano verso la fine del secolo, figurò come maestra direttrice della scuola di ballo della Scala negli anni 1902-1908; Tamara Karsavina, che volle incontrarla durante un soggiorno a Milano nel 1904, ha descritto la severità con cui ella guidava le quindici allieve a lei affidate, le sue lezioni faticose e i continui esercizi alla sbarra coi quali riproponeva la bontà del metodo che l'aveva resa ballerina famosa.
Morì a Milano il 1° giugno 1911.
Al museo teatrale "Alla Scala" si conservano cimeli della B., tra cui incisioni che la raffigurano nei vari ruoli da lei interpretati.
Bibl.: Castil-Blaze, L'Accadémie impériale de musique, II, Paris 1855, pp. 305, 443; Strenna letterario-teatrale, Milano 1856, pp. 141 s.; ibid. 1858, pp. 51 s.; ibid. 1860, pp. 30 s.; P. Cambiasi, Rappresentazioni date nei reali teatri di Milano, Milano 1872, pp. 92-94; G. Salvioli, La Fenice gran Teatro di Venezia…, Venezia 1876, pp. 33, 35; Riv. milanese (cronaca del Nerone alla Scala), in Gazzetta musicale di Milano, XXXII(1877), n. 9, p. 72; L. Bignami, Cronologia di tutti gli spettacoli rappresentati nel Gran Teatro Comunale di Bologna…, Bologna 1880, pp. 169 s., 195, 197; P. E. Ferrari, Spettacoli drammatico-musicali e coreografici in Parma dall'anno 1628 all'anno 1883, Parma 1884, pp. 145, 253; G. Sacerdote, Teatro Regio di Torino. Cenni stor. intorno al teatro…, Torino 1892, pp. 138, 144 s., 151; C. Cucchi, Venti anni di palcoscenico, Roma 1904, pp. 5 s., 42 s.; G. Monaldi, Le regine della danza nel secolo XIX, Torino 1910, pp. 64, 172, 192, 202, 209; T. Karsavina, Ballets russes, Paris 1931, pp. 161 s.; S. Lifar, Histoire du ballet russe depuis les origines jusqu'à nos jours, Paris 1950, pp. 126, 139, 158, 225; G. Tani, Il balletto in Italia, in Cinquanta anni di Opera e Balletto in Italia, Roma 1954, pp. 78, 86, CXXIV; I. Guest, The romantic ballet in England, London 1954, p. 161; Id., The ballet of the second empire (1847-1858), London 1955, pp. 92 s., 124. 128; Encicl. d. Spettacolo, II, coll. 278 s.