Vedi CATONE UTICENSE dell'anno: 1959 - 1994
CATONE UTICENSE (M. Porcius Cato Uticensis)
Pronipote di Catone il Censore, nato nel 95 a. C., fu questore nel 65, tribuno della plebe nel 62, pretore nel 54; seguì Pompeo in Oriente e passò poi a Cirene e ad Utica dove si uccise nel 46 a. C. La fermezza del carattere e la severità dei costumi trasparivano nell'espressione del suo volto, secondo Plutarco (Cato min., 14, 46), il quale, nell'affermare ciò, non si riferisce a nessun ritratto noto, poiché egli ricorda solo genericamente una statua armata di spada, sulla tomba di C. presso il mare a Utica. Sappiamo da Appiano (Bell. civ., ii, 101) che nel trionfo libico di Cesare fu portata una pittura che raffigurava la morte di Catone. Notizie dell'esistenza di sue immagini si hanno da Tacito (Ann., iii, 76) e da Plinio il Giovane (Epist., i, 17, 3) che ricorda un ritratto conservato privatamente da Titinio Capitone. Per l'iconografia non ha gran valore la notizia (Plut., Cato min., 53) che egli non si tagliò capelli e barba dopo aver lasciato Roma. Un busto di bronzo con la iscrizione Cato in lettere d'argento incrostate, fu trovato nel 1944 a Volubilis nel Marocco, nella casa detta "dei Busti", del III sec. d. C. Secondo taluno l'opera rappresenta Catone il Censore e fu eseguita, come prova la forma allungata del busto, fra l'8o e il 150 d. C. Secondo altri la forma del busto non è prova sufficiente per la datazione di un ritratto nell'età imperiale, mentre i caratteri stilistici di un realismo stringato, inducono a porre il busto di Volubilis nell'età cesariana e quindi a riconoscere in esso un ritratto di C. Uticense. La scultura sarebbe stata eseguita da un greco e avrebbe appartenuto originariamente alla collezione di Giuba II di Mauritania.
A parte le considerazioni storiche che rendono perplessi di fronte all'ipotesi che sia esistito un ritratto di C. Uticense eseguito subito dopo la sua morte, è da notare che il bronzo di Volubilis ha i caratteri di finezza accademica che si trova nei tratti ufficiali di Cesare, eseguiti molti decenni dopo la sua morte, e sicuramente per tutto il I sec. d. C.
In quanto immagine postuma il ritratto potrebbe rappresentare tanto Catone il Censore, quanto l'Uncense. Del Censore si sa che fu onorato con statue nel tempio della Salute (Plut., Cato maior, 19) e nella Curia (Val. Max., viii, 15, 2); Orazio lo chiama intonsus (Od., ii, 15, 11). Se la parola significa "barbuto" il ritratto di Volubilis non può rappresentarlo: ma poiché è fama che C. il Censore disprezzasse le mollezze e le cure della persona è probabile che l'epiteto oraziano voglia dire che C. non si radeva e non si tagliava i capelli frequentemente. Un poeta d'oggi direbbe "irsuto".
Bibl.: J. J. Bernoulli, Römische Ikonographie, Stoccarda 1882, p. 184 s.; R. Thouvenot, Buste de Caton le Jeune, in Mon. Piot, XLI, 1946, p. 71 ss., tav. 8; F. Poulsen, in Acta Archaeologica, XVIII, 1947, p. 124 s.; O. Vessberg, A New Portrait of Cato the Younger, in Kunsthistoriisk Tidskrift, XXI, 1952, pp. 1-5; Ch. Picard, in Neue Beiträge zur klassischen Altertumswissenschaft, in Festschrift für B. Schweitzer, Stoccarda 1954, p. 334 ss., tavv. 73-74.