CATTANI DA DIACCETO, Francesco (Franciscus Cathaneus, Cataneus, Diacetius)
Di nobile famiglia toscana (nota anche sotto il nome di Ghiacceto), originaria di Diacceto nel Valdarno superiore, le cui prime testimonianze risalgono al sec. XIII, il C. nacque a Firenze il 2 sett. 1531 da Dionigi e da Maria di Guglielmo Martini. Il padre era uno dei tredici figli del noto filosofo Francesco Cattani da Diacceto, detto il Vecchio per distinguerlo appunto dal nipote.
Nel 1546, in giovanissima età, il C. fu nominato canonico della cattedrale di Firenze; nel 1558 era già protonotario apostolico. L’11 ag. 1570, portando a termine una tranquilla e rapida carriera ecclesiastica, fu nominato vescovo di Fiesole, in seguito a rinunzia dello zio paterno Angelo, dell’Ordine domenicano, che desiderava riprendere la vita claustrale.
Positive le testimonianze della sua amministrazione diocesana: oltre a reggere per 25 anni la diocesi esemplarmente, portò a termine la costruzione del monastero di S. Maria della Neve a Pratovecchio, iniziato dallo zio Angelo, restaurò l’oratorio di S. Iacopo a Fiesole e la chiesa di S. Maria in Campo a Firenze, che faceva parte della sua diocesi. Fece traslare le ossa del suo predecessore s. Alessandro e di s. Romolo, primo vescovo di Fiesole, e curò il restauro della cattedrale di Fiesole, costruendone ex novo l’abside così come è attualmente.
Laureato in diritto civile e canonico, dotto teologo, console nella sua giovinezza dell’Accademia fiorentina, il C. ebbe una intensa attività letteraria, rivolta in gran parte all’edificazione dei fedeli. Tra le sue opere, si possono ricordare una vita di Cristo, una vita della Vergine, una vita di s. Domenico, le vite dei vescovi di Fiesole e un compendio della vita di s. Caterina de’ Ricci, prima vita stampata della santa. Sono inoltre particolarmente importanti i suoi volgarizzamenti del De officiis e dell’Exameron di s. Ambrogio, che gli assicurano un posto di rilievo nella storia della diffusione del pensiero ambrosiano nell’età della Controriforma. Curò inoltre il volgarizzamento di alcune operette devote di M. L. Blosio.
Rientra invece nell’intento di esaltare le glorie letterarie familiari il suo proposito di raccogliere e pubblicare gli scritti latini di Francesco il Vecchio e i volgarizzamenti che lo stesso filosofo ne aveva fatto, proposito che si concretizzò esclusivamente nella pubblicazione, da lui curata, del testo italiano di un’opera neoplatonica dell’avo, Tre libri d’amore e un panegirico all’amore (Venezia 1561), in occasione della quale aveva commissionato al Varchi una vita del filosofo fiorentino. Al suo apparire il C. se ne doleva però con il Varchi, perché la vita era stata posposta ai testi e l’edizione stessa era piena di errori (lettera al Varchi, in Raccolta di prose fiorentine, V, Venezia 1731 p. 70).
Il C. scrisse anche un trattato in cui si esaltava l’autorità del papa sul concilio, pubblicato a Padova nel 1562 e indirizzato al Salviati: opera nata da una discussione che essi avevano avuto durante un loro incontro, mentre il Salviati stava recandosi a Trento. Si distacca dal carattere apologetico e devoto della sua produzione letteraria un’opera Sopra la superstizione dell’arte magica, pubblicata a Firenze nel 1568, in cui il C. si riallacciava alla tradizione filosofica rinascimentale, pur nel pieno rispetto dell’ortodossia religiosa, e dove, attraverso una minuziosa classificazione dei vari tipi di magia, approdava alla collaudata distinzione tra la magia naturale, che assimilava alla filosofia, e la condannabile magia diabolica.
Il C. morì il 4 nov. 1595 e fu sepolto nell’oratorio di S. Jacopo nel palazzo vescovile di Fiesole.
Opere principali: Gli uffici di S. Ambrogio... tradotti in volgare fiorentino, Firenze 1558; Homilie, Firenze 1559; L’essamerone di s. Ambrogio... tradotto in volgare fiorentino, Firenze 1560; Discorso dell’autorità del papa sopra il Concilio, Padova 1562; L’Essamerone, Firenze 1563; Discorso sopra la superstizione dell’arte magica..., Firenze 1567; La prima parte della vita e fatti del N. S. Giesù Christo, Firenze 1568; La vita dell’immaculata e gloriosissima sempre vergine santa Maria..., Firenze 1570; Vita dell’inclito e santissimo Domenico, Firenze 1572; Vite dell’invittissimo martire s. Romolo primo vescovo di Fiesole et di più altri santi vescovi suoi successori, Firenze 1578; Istituzione spirituale di M. L. Blosio... tradotta in volgare fiorentino, Firenze 1586; Della cognizione di Dio, et di se stesso, Firenze 1590; Breve raccolto della vita et costumi di suor Caterina de’ Ricci..., Firenze 1592; Omelie sopra la sequenza del Corpo di Cristo, Firenze 1594.
Bibl.: M. Poccianti, Catalogus script. Florentinorum, Florentiae 1589, p. 71; S. Ammirato, Delle fam. nobili fiorentine, I, Firenze 1615, pp. 5 ss., 15 ss.; Id., Vescovi di Fiesole, di Volterra et d’Arezzo, Firenze 1637, pp. 55-56; E. Gamurrini, Istoria geneal. delle famiglie nobili toscane et umbre, I, Firenze 1668, pp. 309 ss., 320 ss.; S. Salvini, Fasti consolari dell’Accad. fiorentina, Firenze 1717, pp. 152-154; F. Ughelli-N. Coleti, Italia sacra..., III, Venetiis 1718, col. 265; G. Negri, Istoria degli scrittori fiorentini, Ferrara 1722, pp. 194-195; L. G. Cerracchini, Fasti teologali..., Firenze 1738, pp. 281-284; P. Bayle, Dictionnaire histor. et critique, II, Basle 1741, p. 828; G. M. Paitoni, Biblioteca degli autori antichi greci e latini volgarizzati, I, Venezia 1766, pp. 48-49; G. Cappelletti, Le Chiese d’Italia..., XVII, Venezia 1862, pp. 60-62; P. Cherubelli, S. Ambrogio e la Rinascita, in S. Ambrogio nel XVI centen. della nascita, Milano 1940, pp. 582-584; Il primo processo per s. Filippo Neri, a cura di G. Incisa della Rocchetta-N. Vian, I, Città del Vaticano 1957, p. 81; G. Gulik-C. Eubel, Hierarchia catholica..., III, Monasterii 1923, p. 212.