CAULONIA (A. T., 27-28-29)
Paese della Calabria nella provincia di Reggio, già Castelvetere sino al 1860, a 298 m. s. m. sopra un'altura tabulare. Coronano l'abitato i ruderi d'un castello normanno-aragonese. La popolazione del comune era di 3990 ab. nel 1815; salì a 7733 nel 1861, a 10.125 nel 1871, discese, specialmente per la malaria, a 8391 nel 1881, per risalire a 9152 nel 1901, e a 13.076 nel 1921, dei quali 6903 nel centro principale, 2060 in tre centri minori e 4113 nelle case sparse.
Nel territorio del comune (106,74 kmq.) si coltivano ulivi, grano, gelsi, piante da frutto. Ha stazione ferroviaria sulla linea Metaponto-Reggio a 9 km. di carrozzabile.
Storia antica (Caulonëa, gr. Καυλωνία) - Fu colonia greca della Magna Grecia, fondata verso la fine del sec. VII a. C. sulla costa orientale della Calabria (antico Bruzio), presso il promontorio Cocynthus (oggi Capo o Punta di Stilo). Secondo la tradizione raccolta dagli antichi sarebbe stata fondata da coloni achei, condotti da Tifone di Aegium, oppure, secondo altri, dai Crotoniati: le due tradizioni si integrano, probabilmente, l'una con l'altra, dovendosi intendere che i Crotoniati, che subivano in quel tempo l'influsso della potenza dell'achea Sibari (v. crotone), dedussero quella nuova colonia, per tenere in rispetto i Locresi, chiedendo un ecista all'Acaia. Nel sec. IV si narrava anche la leggenda dell'amazzone Clete, regina di quel luogo quando vi sbarcarono gli Achei: i Crotoniati, venuti a rinforzare gli Achei, distrussero il regno di Clete, il cui figlio, Caulon, unico sopravvissuto alla strage, riedificò la città che chiamò, dal proprio nome, Caulonia. La leggenda dell'amazzone serba forse il ricordo di costumanze indigene, cui non dové essere ignoto l'istituto del matriarcato; mentre il personaggio di Caulon fu evidentemente inventato per dare un eroe eponimo alla città, il nome della quale sarà invece da ricondursi a καύλός "fusto", con allusione a qualche pianta dal fusto eretto, abbondante in quel territorio (De Sanctis).
Caulonia, sorta dunque come colonia dei Crotoniati, rimase sempre come un'appendice della potenza di Crotone e non raggiunse mai la floridezza e l'importanza di altre città italiote, quali Crotone stessa, Sibari, Taranto, Reggio, ecc. Anche quando, dopo la rivoluzione antipitagorica della metà del sec. V a. C., si costituì a stato indipendente, seguitò a vivere nell'orbita di Crotone; insieme con essa e con Sibari sul Traente dette vita, verso la fine del sec. IV, alla Lega achea, che si trasformò in Lega italiota, a difesa contro i Lucani e, di lì a poco, contro Dionisio il Vecchio di Siracusa (v. crotone). Dopo la vittoria sugli Italioti presso il fiume Elleporo (389 a. C.), Dionisio smantellò la città e ne diede il territorio ai Locresi, trasportandone gli abitanti a Siracusa e concedendo loro la cittadinanza e l'esenzione dai tributi per cinque anni.
La città risorse quando si sfasciò l'impero di Dionisio; cadde più tardi nelle mani dei Campani di Reggio, da cui si liberò con l'aiuto dei Romani (270 a. C.) Durante la guerra annibalica non era che un villaggio; a tempo di Plinio ne restavano le rovine.
Bibl.: D. Marincola-Pistoia, Di Caulonia repubblica della Magna Grecia, Catanzaro 1866; E. Pais, Storia della Sicilia e della Magna Grecia, Torino 1894, p. 243 segg.; G. De Sanctis-P. Orsi, Caulonia, relazione di P. Orsi sulle campagne archeologiche del 1912-13 e 1915, preceduta da notizie storiche di G. De Sanctis, in Monumenti antichi, XXIII (1914), p. 685 segg.; G. Giannelli, Culti e miti della Magna Grecia, Firenze 1924, p. 207 segg.; id., La Magna Grecia da Pitagora a Pirro, Milano 1928; E. Ciaceri, Storia della Magna Grecia, I, 2ª ed., 1928, p. 173 segg.