CAURI (fr. cauris; ted. Kauri; ingl. cowries)
Nome indostano di varie specie di conchiglie di Cipree (v.), il cui centro di raccolta è nelle isole Maldive. Più comune è la Cypraea moneta L., sebbene anche la C. annulus L., la C. caurica e la C. caput-serpentis L.. costituiscano, confuse con la prima, il cauri. Le cipree (porcellane, porcellette) sono uno degli oggetti preferiti d'ornamento in tutti i paesi tropicali dell'Africa, dell'Asia e dell'Oceania (esclusa l'Australia) e si trovano fin nelle sepolture preistoriche dell'Europa settentrionale. La diffusa richiesta, la durata e il piccolo valore hanno fatto assumere a due specie di questa conchiglia (la C. moneta L. e la C. annulus L., raccolta soprattutto a Zanzibar e alle Filippine) una funzione di moneta, estesa dalle coste occidentali dell'Africa sino alle isole Hawaii. Funzione d'origine molto antica, ma accentuata e diffusa dal commercio arabo medievale e da quello europeo: nei secoli XIII-XV i cauri indiani passavano per il Golfo Persico e il Mediterraneo per cura dei Veneziani, sino al Marocco, donde poi il traffico carovaniero li faceva pervenire ai paesi dei Negri. L'esportazione dei cauri e la loro funzione di moneta nei paesi tropicali del mondo antico raggiunse forse un massimo nei secoli XVII-XVIII, decadendo poi progressivamente per l'aumentata facilità di trasporto e la conseguente diminuzione del valore. Soltanto nell'Africa l'uso n'andò crescendo anche durante tutto il sec. XIX. Cento cauri valevano, verso il 1900, secondo i luoghi, da cinque a 20 centesimi oro.
Bibl.: F.A. Schilder, Die ethnologische Bedeutung der Porzellanschnecken, in Zeitschr. für Ethnologie, LVIII, Berlino 1926 (con bibl.).