CAVA
. Bevanda usata dai Polinesiani. Essi l'ottenevano una volta soprattutto con la masticazione, ora piuttosto grattugiando o stritolando fra due pietre la radice fresca di Piper Methysticum e stemperandola poi così disfatta in acqua. Secondo Mantegazza questa bevanda non subisce fermentazione alcoolica, ma contiene principî chimici provenienti dalla radice, i quali procurano un senso di benessere, che rende capaci di sopportare grandi fatiche, e in dosi elevate provoca un'ebbrezza triste, silenziosa e sonnolenta, diversa dall'ebbrezza alcoolica, che non dura più di due ore; una mezza tazza di cava è capace di agire anche sugl'indigeni più forti.
Caratteristica della cultura polinesiana, la cava era conosciuta in tutta l'area di questa eccettuata la remota Isola della Pasqua, e quindi nella Polinesia, nella Micronesia, tolte le Caroline occidentali, e nella Melanesia meridionale (Figi e Nuove Ebridi, non però nella Nuova Caledonia); verso occidente, la sua area di diffusione è arrestata in generale da quella del betel. Era preparata sul momento e bevuta, con un cerimoniale apposito, nelle feste o in riunioni: la preparazione e l'offerta della bevanda costituivano inoltre il primo atto di omaggio verso l'ospite.