cavalcare
Il verbo può essere transitivo e intransitivo. In D. prevale l'uso intransitivo, per cui c. equivale ad " andare a cavallo ": Vn IX 7 cavalcai quel giorno pensoso molto, e 9 1 Cavalcando l'altr'ier per un cammino; Fiore CCXV 7 Allor Franchezza sì ha cavalcato. Intransitivo è pure il verbo in Pg XXIV 95 Qual esce alcuna volta di gualoppo / lo cavalier di schiera che cavalchi, / e va per farsi onor del primo intoppo, in cui tuttavia assume, in rima con maggior valchi (v. 97) " una sfumatura rappresentativa che sembra ricordare ‛ suo passo falca ' di Purg., XVIII, 94 " (Grabher): in questo luogo il verbo è invece usato transitivamente (XVIII 96); esso, in rima, contribuisce a rendere efficace l'intero passo in cui si descrive la santa sollecitudine che cavalca (" sprona ", Fallani) la turba magna degli accidiosi (cfr. Momigliano: " il verso cui buon volere e giusto amor cavalca è uno dei più forti esempi della potenza metaforica, condensatrice di Dante "). Transitivo, usato al passivo, c. appare infine in Cv IV XXVI 6 questo appetito [quello che irascibile e concupiscibile si chiama] conviene essere cavalcato da la ragione. V. anche CAVALCATORE.