cavalcatore
In senso metaforico, " colui che regge, che frena, che governa ": in Cv IV IX 10 infatti l'imperatore è chiamato lo cavalcatore de la umana volontade. Ma, aggiunge D. con aria di forte rimprovero, il cavallo non vuole essere cavalcato, e va sanza lo cavalcatore per lo campo... spezialmente ne la misera Italia (cfr. naturalmente Pg VI 88-99, dove l'Italia è paragonata appunto a un cavallo cui non serve che racconciasse il freno / lustinĩano, se la sella è vòta; essa è una fiera... fatta fella / per non esser corretta da li sproni, è abbandonata dall'Alberto tedesco che dovrebbe inforcar li suoi arcioni).
In Cv IV XXVI 6, invece, è l'appetito, che irascibile e concupiscibile si chiama, a esser paragonato a un cavallo che, pur di natura nobile, per sé, sanza lo buono cavalcatore, bene non si conduce; e il ‛ buon c. ' di questo appetito è la Ragione.