CAVALCAVIA (fr. viaduc, arcade; sp. paso; ted. Überbrückung, Wegbrücke; c. ferroviario Wegüberführung; ingl. crossing over, upper bridge)
Costruzione ordinariamente in forma di arco o porta che passa sopra una via e serve di comunicazione tra due edifici o due bracci di strade. In origine i cavalcavia servivano ad appoggiare un edificio a un altro, o ad aprire un passaggio da dimora a dimora, e stabilire comunicazioni più facili tra edifici e annessi appartenenti alla stessa famiglia o consorteria, come avveniva di palazzi principeschi o edifici religiosi che occupavano un'area tanto grande nell'interno della città da rendere necessario di farla attraversare da una strada e quindi creare il cavalcavia.
Nel Medioevo il cavalcavia era per lo più un semplice arco, di non grandi dimensioni data la strettezza delle vie; e la frequenza nelle città medievali di tali elementi accentua l'aspetto vario e pittoresco delle vie e il carattere racchiuso degli spazî. Col Rinascimento il cavalcavia, pur restando molto semplice, s'ingentilisce di qualche elemento strutturale. L'arco è in materiale laterizio, senza chiave al colmo della curva, a spigolo liscio, con una semplice cornice al punto d'imposta. Altre volte è una fascia in pietra sobriamente sagomata, che ripete lo spessore dell'arco.
Nella Roma secentesca e settecentesca i cavalcavia sono frequenti; sono molto semplici, e in genere molto alti, per adeguarsi anche in questo alla grandiosità degli edifici e alle prospettive romane. Esempî interessanti sono quello sulla via Giulia destinato a congiungere il palazzo Farnese al giardino sul Tevere e forse con un ponte alla Villa della Farnesina al di là del fiume; quello presso la Torre del Grillo che congiunge due parti del palazzo omonimo; gli archi sulla via della Pilotta fra il palazzo e il giardino della Villa Colonna; esempî minori quello sul vicolo Scanderbeg, l'altro a via dei Pettinari, e quello congiungente il Collegio Romano alla Biblioteca Casanatense in via S. Ignazio.
A Firenze si può considerare un monumentale cavalcavia il braccio congiungente le due ali della galleria degli Uffizî. A Bologna l'arco del Meloncello di F. Bibbiena.
Ai tempi nostri il cavalcavia è stato riportato in uso dalle ragioni dell'intenso movimento stradale. Frequenti sono i soprapassaggi sulle ferrovie e pur nelle città spesso giova valersi delle condizioni altimetriche per evitare le vie a differenti livelli. Un esempio notevole è il cavalcavia su via XX Settembre a Genova.
V. tavv. CLXI e CLXII.
Bibl.: Ass. fra i cultori di architettura, L'arch. minore in Italia, II, Torino 1927; C. Ricci, L'architettura del 600 in Italia, Torino 1924.