TEUTONICI, Cavalieri
Ordine militare, le cui origini si legano alle vicende della terza crociata (1189-1191), quando, nel corso dell'assedio di Acri, pellegrini e cavalieri originari delle città anseatiche di Brema e di Lubecca fondarono, anche su sollecitazione dei membri della casata sveva, un'istituzione assistenziale caratterizzata da una forte impronta nazionale (1189-1190).
A Gerusalemme sin dal 1143 era stato attivo l'ospedale di S. Maria Theutonicorum (S. Maria degli Alemanni), sebbene in rapporto di subordinazione ai Giovanniti (v. Ospedalieri). La caduta della città santa, nel 1187, consentì alla comunità di etnia germanica di acquistare la totale indipendenza dagli Ospedalieri, facendo della riconquistata Acri (1191) la sede della prima casa-madre stabilitasi nel quartiere cittadino presso la porta di S. Nicola. La nuova confraternita fu subito appoggiata dall'imperatore Enrico VI (1191-1197), il quale le fece dono nel 1197 dell'ospedale di S. Tommaso a Barletta e dell'abbazia cistercense della SS. Trinità della Magione a Palermo, creando le premesse per l'inserimento dei Cavalieri T. nel regno di Sicilia; un ospedale tedesco era attivo a Brindisi già nel 1191 (Houben, 1997). Soltanto nel marzo 1198 l'istituzione assistenziale acquisì il carattere di ordine militare, la cui regola fu approvata da Innocenzo III (1198-1216) al principio dell'anno seguente.La vicenda dell'Ordine teutonico (Ordo fratrum domus hospitalis S. Mariae Theutonicorum in Ierusalem) precedente l'elezione di Hermann von Salza come quarto Gran maestro (1209-1239) appare quanto mai nebulosa e frammentata in situazioni episodiche. L'affermazione dei Cavalieri T., quindi, sembra essere soprattutto dipesa dalle doti personali e diplomatiche di Hermann von Salza, il quale nel 1211 - ancora prima della protezione accordata da Federico II (1215-1250) - ebbe da parte di Andrea II re di Ungheria (1204-1235) la concessione di colonizzare la regione transilvana del Burzenland (oggi in Romania).La pacificazione della Germania, compiutasi con l'incoronazione di Federico II nel 1215, fu condizione determinante per la decisa espansione dei Cavalieri T., le cui proprietà si erano fino ad allora concentrate in Turingia, in Stiria e nel Tirolo meridionale. Divenuti corpo scelto per la difesa del sovrano e adottata l'aquila sveva nel proprio stemma, i Cavalieri T. dal terzo decennio del sec. 13° consolidarono la loro presenza nel Mediterraneo, talvolta a discapito dei Templari e degli Ospedalieri, come si verificò nel balivato di Puglia o in Terra Santa. Nel 1220 l'imperatore stesso istituì il priorato di Messina, da identificare verosimilmente con la chiesa di S. Maria degli Alemanni (Agnello, 1961; v. Messina), continuando a promuovere la funzione assistenziale dell'Ordine nelle regioni dell'impero - per es. Sachsenhausen presso Francoforte, ospedale, 1221; Marburgo (v.), Elisabethkirche con ospedale, 1235 - e nei territori del Regnum Siciliae attraversati dalle vie commerciali e di pellegrinaggio verso i territori d'Oltremare.La tradizione storiografica ritiene che l'Ordine si fosse stabilito intorno al 1222 anche nella parte occidentale della Castiglia Vecchia, su istanza di Beatrice di Svevia (m. nel 1235), sposa del re di Castiglia Ferdinando III il Santo (1217-1252; Ferreiro Alemparte, 1971; Holst, 1978). Tuttavia il castello di Tiedra e la commenda fortificata di Santa María de los Caballeros (od. La Mota del Marques), presidi del confine con lo stato cristiano di León, si ritengono oggi piuttosto insediamenti templari (Martínez Díez, 1993), acquisiti dai Cavalieri T. solo in un secondo momento. La presenza teutonica nella penisola iberica è sicuramente documentata nel 1231, quando la Corona di Castiglia, annesso il regno di León (1230) e impegnata nella Reconquista, concesse al Gran maestro Hermann von Salza di estendere l'azione dei Cavalieri T. alla regione di Toledo, assegnando loro la signoria di Higarés (El Duque de Alba, 1948; Forstreuter, 1967). La rocca di Higarés (1231-1235), a N-E della città, in posizione dominante presso la riva settentrionale del Tago, aveva il compito di respingere la controffensiva islamica e divenne in seguito la base per le campagne dei Cavalieri T. in Andalusia, che procurarono all'Ordine già alla metà del Duecento proprietà a Córdova, Jaén, Carmona e Siviglia. Il castello conserva, all'interno di una cinta rettangolare rinforzata agli spigoli da torri cilindriche e in gran parte scomparsa, un piccolo mastio quadrato, provvisto, a differenza del torrione di Tiedra, di un complesso sistema di scale in spessore di muro (Holst, 1978).La costante presenza di Hermann von Salza, dopo il 1216, a fianco di Federico II in qualità di consigliere fu tra le ragioni del temporaneo spostamento del baricentro operativo dell'Ordine in Italia meridionale e quindi nel bacino orientale del Mediterraneo (Forstreuter, 1967; Kluger, 1987). La diretta partecipazione alla quinta crociata (1228-1229) costituì l'occasione per un'affermazione politica e territoriale dei Cavalieri T. in Terra Santa. Nel 1229, a seguito della conquista di Gerusalemme, essi riuscirono a entrare finalmente in possesso dell'ospedale di S. Maria Theutonicorum (Benvenisti, 1970; Ben-Dov, 1977) e forse nel medesimo anno acquistarono il castello di Montfort, situato nell'Alta Galilea, al fine di controllare una regione strategicamente importante in quanto attraversata dalla strada che collegava Acri a Damasco. Qui i Cavalieri T. trasferirono la sede, il tesoro e l'archivio dell'Ordine e Montfort, allora ribattezzato con il nome di Starkenberg, divenne il centro di un'ampia signoria gestita attraverso insediamenti fortificati e casali - per es. Castellum Regis (od. Mi῾ilya), Judin (od. Yehi᾽am), Casal Imbert (od. Akhziv) in Israele, e il castello di Thoron (od. Tibnin) nel Libano meridionale -, alcuni dei quali comprati tra il 1220 e il 1225 (Deschamps, 1939; Hubatsch, 1966; Benvenisti, 1970; Ellenblum, 1998).Per la ricostruzione di Montfort - in corso nel 1229 e ultimata alla metà del secolo - e della coeva fortezza di Judin (Qal῾at Jiddīn, 1994) si adottò una tipologia castrale di matrice renana che fino a quel momento era stata espressione peculiare della committenza dei ministeriales svevi, ceto da cui provenivano i membri più influenti dell'Ordine. A Montfort i Cavalieri T. elaborarono, infatti, un fortilizio d'altura dall'impianto allungato e difeso da un circuito ellittico munito di torri semicircolari. I corpi di fabbrica erano allineati in asse tra loro e sfruttavano con possenti sostruzioni i terrazzamenti rocciosi offerti dal ripido pendio, disponendo due torrioni ai capi del corpo residenziale (Dean, 1927; Hubatsch, 1966; Benvenisti, 1970). Al di fuori della cinta muraria si ergeva sulla riva del torrente l'elegante foresteria, insediatasi sulle strutture di un preesistente mulino (Pringle, 1986). Il castello, abbandonato nel 1271 e oggi in completa rovina, conserva, tra l'altro, il blocco basamentale del mastio, apparecchiato in conci lavorati a bugnato liscio, e la sala al piano terreno della fabbrica principale (m 23 8), divisa in due corsie da pilastri cruciformi e in origine voltata da crociere costolonate. Alcune chiavi di volta decorate a motivi vegetali (New York, Metropolitan Mus. of Art) e una testina erratica di figura virile (Gerusalemme, Israel Mus.; Dean, 1927; 800 Jahre Deutscher Orden, 1990) documentano l'alto livello qualitativo della scultura architettonica, che si dimostra stilisticamente vicina a quella dei cantieri tedeschi e italomeridionali di età federiciana.Il sodalizio tra Federico II e l'Ordine si consolidò ulteriormente nel 1230, allorché il sottile lavoro di diplomazia svolto da Hermann von Salza risultò determinante nella ricomposizione della crisi scoppiata tra il sovrano e Gregorio IX (1227-1241) a seguito della fallita invasione pontificia del regno di Sicilia (1229). Tra i compiti affidati dall'imperatore ai Cavalieri T. all'indomani della ratifica della pace di San Germano - avvenuta nell'estate del 1230 - vi fu la riorganizzazione del sistema difensivo del giustizierato di Terra di Lavoro, duramente provato dagli eventi bellici, nonché, forse, l'avvio del programma di riconsolidamento delle piazzeforti situate lungo il confine con lo Stato della Chiesa (Roccaguglielma, Rocca Ianula sopra l'abitato di Cassino, Atina e Castrocielo; Acta pacis, 1926, pp. 30, 60, 67; Pistilli, in corso di stampa).
Sta di fatto che nel quarto decennio del sec. 13° la presenza dei Cavalieri T. si venne rafforzando in molte regioni dell'Italia meridionale. Nei balivati di Puglia e di Sicilia le fondazioni di S. Tommaso a Barletta e di S. Maria a Brindisi, assieme a quella palermitana della Magione, avviarono un consistente programma di radicamento nel tessuto economico locale mediante l'attivazione di precettorie urbane e la gestione di numerose strutture agricole (per es. in Sicilia a Corleone, Polizzi, Agrigento, Resalemi, Margana e Sciacca; in Puglia a Mesagne, Nardò, Corneto, Torre Alemanna e Andria; Haseloff, 1920; Schumacher, 1941-1942; Tumler, 1955; Holst, 1976; Finocchio, 1995; Manacorda, 1997; Houben, 1997; 1998), alcune delle quali ancora in possesso dell'Ordine nella seconda metà del sec. 15° (Schumacher, 1941-1942); nel contempo i Cavalieri T. acquisirono anche antichi insediamenti religiosi, come, nel 1261, il monastero di S. Leonardo a Siponto, in precedenza appartenuto ai Canonici regolari di s. Agostino (Il Regesto di S. Leonardo di Siponto, 1913).
Esplicite testimonianze dell'impegno costruttivo profuso dai Cavalieri T. in queste aree sono il castello del feudo della Margana, al centro della Sicilia occidentale (Finocchio, 1995), la masseria di Torre Alemanna (od. Borgo Libertà), nel territorio di Cerignola, e la chiesa a navata unica di S. Agostino ad Andria, dedicata inizialmente al Salvatore. Quest'ultima fu fondata, secondo la tradizione, intorno al 1230 forse sul sito di una commenda templare (Holst, 1976), ma tanto le sopravvivenze architettoniche quanto la ricchezza decorativa del portale ogivale di facciata, inscritto in un profilo pentagonale, riconducono il cantiere della fabbrica religiosa alla seconda metà del Duecento.Relativamente all'insediamento di Torre Alemanna, esso era il centro del maggiore fondo agricolo del Tavoliere, che aveva avuto origine da una donazione imperiale del 1216 (Manacorda, 1997). Del complesso medievale risalente al periodo svevo - ampiamente rimaneggiato nei secc. 16°-18° al tempo dei cardinali-commendatari (Ventura, Spera, La Notte, 1988) - sopravvive soltanto l'edificio di culto, sovrastato sul lato del coro dal mastio quadrato. Si tratta del più antico esempio di chiesa fortificata dell'Ordine, per la quale si adottò il modello della cappella di grangia cistercense, costituito da un semplice vano a terminazione piatta chiuso da una volta a botte acuta. Le funzioni strettamente residenziali del torrione, la cui muratura a sacco è serrata lungo gli spigoli da cantonali in bugnato, si evincono dall'allestimento dello spazio interno, dotato di accesso volante, camino e finestre architravate dagli ampi strombi muniti di sedili. A una fase di poco posteriore, ascrivibile all'età angioina (1270 ca.), sono invece da datare gli affreschi del vano presbiteriale, incentrati sull'esaltazione del Lignum vitae (v. Bonaventura da Bagnoregio), che sono il prodotto di una bottega locale di cultura 'adriatica' e costituiscono uno dei rari esempi di pittura murale direttamente legati alla committenza teutonica (Manacorda, 1997).Nel corso del sec. 13° la scelta di mantenere la sede in Terra Santa espresse la volontà di tenere vive le prerogative originarie dell'Ordine, finalizzate all'assistenza e alla difesa dei pellegrini. Tuttavia i contemporanei avvenimenti che vedevano i Cavalieri T. protagonisti nell'Europa nordorientale chiarivano quali sarebbero state le effettive direttrici di un'espansione, che mirava alla creazione di uno Stato teutonico. Questa politica subì una decisiva accelerazione con il mutare delle condizioni storiche nel bacino orientale del Mediterraneo e la perdita di Acri nel 1291.La violenta espulsione dell'Ordine dalla Transilvania (1225), dove per la prima volta si era manifestato un tentativo di autonomia politica, coincise con la chiamata nella regione del mar Baltico da parte del duca polacco Corrado di Masovia (1225-1226), che assegnava ai Cavalieri T. il territorio di Chełmno (Kulmerland). Nel marzo del 1226, con la bolla aurea di Rimini, Federico II confermava la donazione di Corrado di Masovia e concedeva, inoltre, all'Ordine il diritto di sovranità sulla Prussia, ancora da conquistare e abitata da popolazioni non cristianizzate. A partire dal 1231 i Cavalieri T. intrapresero numerose campagne militari contro le tribù slave e nel giro di un cinquantennio, non senza subire alcune battute di arresto, assoggettarono la Livonia (1236-1237) e la Prussia (1283; v. Pomerelia e Prussia) e infine, nel Trecento, la Pomerania (1308-1309) e l'Estonia settentrionale (1346).Il dominio baltico dei Cavalieri T., forte di oltre duecento castelli e numerose città di nuova fondazione tra Bütow (polacco Bytów, in Pomerania) e Narwa (od. Narva, in Estonia), trovò l'opposizione del confinante regno di Polonia ed entrò lentamente in conflitto con gli interessi commerciali delle città anseatiche (v.). La sconfitta nella battaglia di Tannenberg, nel 1410, e la successiva guerra dei Tredici anni (1453-1466) furono le tappe salienti che portarono alla disintegrazione dello Stato teutonico e al contempo minarono la stessa unità dell'Ordine all'alba dell'età moderna.I più antichi insediamenti dei Cavalieri T. costituitisi dapprima lungo il bacino della Vistola furono, diversamente dai castelli in pietra della penisola iberica e dell'Alta Galilea, dei campi fortificati in terra battuta, palizzate ed edifici in legno, come le fortezze di Vogelsang (post 1228), di Rehden (polacco Radzyn Chełminski, 1231-1234), di Rössel (polacco Reszel, 1241), di Heilsberg (polacco Lidzbark Warmiński, 1241) e di Alt-Thorn (1231), quest'ultima abbandonata già nel 1236, quando i Cavalieri T. decisero di fondare l'attuale insediamento di Thorn (polacco Toruń; v.). La strategia militare, finalizzata a una più veloce penetrazione in territorio nemico attraverso le principali vie fluviali, si sposava agli inizi con la programmazione di strutture provvisorie, che in un secondo momento avrebbero potuto essere rinforzate da cinte in pietrame e ciottoli di fiume.Soltanto intorno alla metà del sec. 13° si diede avvio a una profonda azione di controllo e di colonizzazione del territorio conquistato, di cui furono strumenti la nascita o la rifondazione di centri urbani, di frequente caratterizzati da tracciati viari regolarizzati a scacchiera o a pettine, come per es. Thorn (1236 ca.), Elbing (polacco Elbla̧g, 1237), Chełmno (1251). Dopo il 1240, in concomitanza con l'impiego del laterizio, i Cavalieri T. elaborarono un tipo di castello che, inizialmente quadrangolare - per es. Thorn, Graudenz (polacco Grudzia̧dz), Engelsburg (polacco Pokrzywno), Elbing, Balga (polacco Vesselnoje; Clasen, 1926) -, evolvette a partire dal 1260 in una forma quadrata ad ali regolari, distinta da quella fino ad allora adottata dall'Ordine. I fortilizi furono organizzati sulla base degli insediamenti claustrali monastici (Konventshaus), escludendo dagli spazi riservati ai cavalieri i conversi e la servitù, spesso confinati in complessi separati, come nel caso della cittadella di Marienburg (polacco Malbork, 1274-1300 ca.). Il dormitorio, le sale comuni (aula capitolare, refettorio) e l'edificio di culto - cappelle ma anche vere e proprie chiese - si allineavano intorno a un cortile rettilineo chiuso verso l'esterno da alte muraglie in laterizio, che a Rehden (post 1282), come in molti altri castelli dell'Ordine, furono ravvivate da composizioni geometriche a losanga mediante l'impiego nella cortina di mattoni invetriati. Inoltre le corti possedevano di solito un portico con loggiato, in muratura o in legno, che girava lungo tutto il fronte interno per migliorare il collegamento tra i diversi corpi di fabbrica.Già nelle più precoci realizzazioni, le funzioni prettamente fortificatorie erano assolte da un battifredo posto ad angolo, che talvolta era accompagnato da sottili torri quadre, collocate negli altri spigoli della muraglia: per es. Elbing (1251), Rehden, Mewe (polacco Gniew, 1283), Marienwerder (polacco Kwidzyn, 1285). La torre maestra aveva quasi sempre un impianto quadrato, sebbene non manchino esemplari trecenteschi di forma cilindrica - per es. nei castelli prussiani di Rössel (1300 ca.), Insterburg (polacco Tschernjachovsk, 1336 ca.), Allenstein (polacco Olsztyn, 1348-1353) - e ottagonale - per es. Strasburg (polacco Brodnica, 1308-1339), Rehden, residenza del vescovo di Heilsberg (sec. 14°) - e si levava entro o al di fuori del recinto castrale. Quest'ultima soluzione, già presente nelle piazzeforti di Thorn e di Marienburg, raggiunse la sua più alta espressione nel Danskerturm di Marienwerder (1322-1347), collegato alla cittadella vescovile da un ponte su cinque arcate di straordinaria grandiosità architettonica (Kamphausen, 1978). Tuttavia il numero e la distribuzione delle strutture turrite potevano variare indipendentemente dal tracciato difensivo dei manieri; peraltro, in molti casi, l'odierna versione è l'esito di consistenti rimaneggiamenti tardomedievali e moderni.Gli interventi realizzati a partire dal sec. 14° hanno di fatto alterato l'assetto delle fortezze tardoduecentesche, rompendo talvolta il rigore degli impianti quadrangolari (per es. Marienburg, Marienwerder), così come hanno sostanzialmente modificato la veste edilizia e impreziosito l'articolazione degli spazi interni, inserendo le caratteristiche volte stellate nelle sale di rappresentanza e residenziali, nei vani comunitari e negli edifici religiosi.Particolare risalto fu dato all'ambiente di culto, che negli insediamenti più antichi dell'Ordine di solito occupava, insieme alla sala capitolare, un'intera ala. La cappella del maniero di Lochstedt (Simpson, 1934), costruita dopo il 1270, è forse la sola ad avere mantenuto l'eleganza primitiva con il ricco repertorio di capitelli figurati e il fregio sotto le finestre a motivi vegetali bidimensionali del tutto indipendenti dalla tradizione plastica del Gotico franco-tedesco. Le chiese ristrutturate o innalzate ex novo nei decenni successivi, pur continuando ad adottare l'impianto tradizionale a navata unica (sostituito nel caso della chiesa vescovile di Marienwerder da un edificio basilicale con grossi pilastri ottagoni), furono progettate per esaltare i virtuosismi dei reticoli delle volte stellate e assunsero all'esterno sempre più l'immagine di fabbriche fortificate (Wehrkirche), dotate talora di possenti torri in facciata.È indubbio che il castello di Marienburg (Schmid, 1955; Chodynski, 1993), sebbene in gran parte ricostruito a seguito dei danni sofferti nell'ultimo conflitto mondiale, deve essere considerato il manifesto dell'architettura dei Cavalieri T. nelle province baltiche (Kamphausen, 1978). Tra il 1272 e il 1300 fu innalzato sul bordo del fiume Nogat il complesso conventuale, il c.d. castello superiore (Hochschloss), e nelle immediate vicinanze si costruì sul finire del secolo il c.d. castello mediano, separato dal primo da un profondo fossato. Questo venne destinato ad accogliere la comunità dei conversi, l'ospedale e gli ambienti di servizio. La residenza dei cavalieri fu, insieme ai castelli prussiani di Mewe, Lochstedt e Rehden, uno dei più precoci manieri a possedere un impianto quadrilatero (m 60-51) fornito di ali con loggiato intorno al cortile. La difesa era affidata a due torri quadrate situate all'esterno dell'insediamento: la più piccola si erge a lato della cappella-pantheon dedicata a s. Anna, mentre nell'angolo opposto della fortezza si colloca - in posizione avanzata e oltre il fossato - il mastio, raggiungibile attraverso un ponte coperto.Dopo il 1309, quando Marienburg fu scelta come sede del Gran maestro, la cittadella ebbe l'assetto definitivo e contestualmente le funzioni fino ad allora svolte dal castello mediano furono trasferite nella Vorburg, realizzata nello spiazzo a N della piazzaforte duecentesca e ultimata soltanto nel 1447. Nel castello superiore fu ampliata la sala capitolare nel 1320 e, tra il 1331 e il 1335, rimaneggiata la cappella dedicata alla Vergine, con inserimento di volte stellate e l'aggiunta del nuovo presbiterio a terminazione poligonale, il cui ingombro emerge rispetto al lato orientale del convento. Tuttavia si mantenne l'ingresso originario della cappella, ornato da un ricco portale policromo (Goldene Pforte, 1280 ca.) e all'esterno del coro fu sistemata nel 1340 la colossale statua a mosaico della Madonna con il Bambino.Anche il castello mediano subì nel corso dei secc. 14° e 15° considerevoli interventi di ristrutturazione nei corpi di fabbrica disposti su tre lati del cortile e ciascuno lungo ca. m 75. La residenza del commendatore dell'Ordine e l'infermeria si insediarono nell'ala settentrionale, divise dal blocco di ingresso, mentre la foresteria occupò il braccio orientale. A fianco dell'ala occidentale, dove aveva sede il grande refettorio (1318-1324), trovò sistemazione il palazzo del Gran maestro (Hochmeisters Gemach), innalzato nell'ultimo decennio del Trecento e completato al principio del secolo seguente sotto la direzione di Niclaus Fellenstein. La costruzione si articola su quattro livelli con torrette circolari angolari in aggetto e camminamenti merlati; il piano nobile conteneva l'uno a fianco all'altro il refettorio estivo e quello invernale, entrambi concepiti come saloni quadrati dotati di un pilastro centrale in granito a sostegno delle volte.
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