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cavallucci marini e spinarelli

di Valerio Bartolino - Enciclopedia dei ragazzi (2005)
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cavallucci marini e spinarelli

Valerio Bartolino

Pesci che nuotano in posizione verticale e che sono ottimi padri

Il cavalluccio marino, lo spinarello, il pesce ago, il pesce trombetta, il pesce rasoio dei coralli e altre 320 specie diffuse in tutti i mari tropicali e temperati del mondo, nonostante abbiano un aspetto molto differente l'uno dall'altro, sono animali strettamente imparentati e gli studiosi li riuniscono nello stesso gruppo di pesci chiamati Gasterosteiformi. Vi sono alcune specie, e lo spinarello ne è un esempio, che possono anche trascorrere tutta o parte della vita nelle acque dolci di fiumi e laghi

Forme, posizioni di nuoto, strategie di difesa

Nonostante l'aspetto stravagante e la testa che ricorda quella di un piccolo cavallo, da cui il nome Hippocampus con il quale sono chiamati dagli zoologi, i cavallucci marini sono pesci a tutti gli effetti. Non nuotano orizzontalmente come gli altri pesci ma stanno in posizione verticale e, grazie a una caratteristica coda in grado di arricciarsi, rimangono attaccati alle alghe e ai coralli per cacciare i piccoli crostacei del plancton di cui si nutrono. Alcune forme tropicali (Hippocampus bargibanti e Phycodurus eques) assumono camuffamenti a dir poco spettacolari: i loro colori e protuberanze li fanno somigliare ai polipi dei coralli oppure alle alghe, permettendo loro di sfuggire ai predatori.

I pesci rasoio dei coralli (Aeoliscus strigatus), pur conservando la forma di un pesce normale, hanno anche loro la bizzarra abitudine di nuotare in posizione verticale, ma a testa in giù. In questo modo si muovono in piccoli gruppi contemporaneamente, un po' come le ballerine del nuoto sincronizzato, e si nascondono tra le lunghissime e velenose spine di alcuni ricci di mare tropicali. Come se ciò non bastasse, questi piccoli pesci hanno il corpo colorato di bianco con linee nere per meglio confondersi nel cespuglio di spine in cui vivono.

Per essere ancora più protetti, molti di questi animali hanno squame più grandi e robuste degli altri pesci: lo spinarello ne ha una fila lungo ognuno dei due lati del corpo, mentre altre specie come il cavalluccio sembrano addirittura completamente racchiuse entro una sorta di corazza. Per questo motivo i cavallucci morti si conservano a lungo secchi.

Il maschio e la prole

Il cavalluccio marino e il pesce ago (che invece nuota orizzontalmente) hanno un modo di riprodursi molto particolare, in quanto è il maschio a prendersi cura delle uova. Ha infatti una vera e propria tasca incubatrice, una specie di marsupio nel quale accoglie le uova della femmina, le feconda e qui le protegge fino alla schiusa, fornendo anche il giusto nutrimento per la crescita dei piccoli embrioni. Alla nascita i piccoli sono in tutto e per tutto identici agli adulti (anche se di minori dimensioni) e già in grado di catturare da soli i minuti animaletti planctonici di cui si nutrono.

Anche lo spinarello, che vive per lo più in acqua dolce, ha una cura particolare dei propri piccoli e, come nei casi precedenti, è il maschio a occuparsene. Tra aprile e luglio, quando l'acqua si fa più calda, lo spinarello maschio costruisce con grande cura un nido, a forma di manicotto, fatto di alghe e piante. Una volta terminata l'opera, tenta di conquistare una femmina con una danza fatta di ampi movimenti a zig-zag, mostrandole i propri fianchi colorati di un bel rosso acceso e infine spingendola nel nido dove può deporre le uova. A ciò si riducono i compiti biologici della femmina: sarà ora il maschio a occuparsi del resto. Innanzitutto feconda le uova, quindi inizia un lungo periodo di guardia al nido. Sarà un padre modello, disposto a ingaggiare furiose lotte con pesci ben più grandi di lui pur di difendere i propri piccoli. Dopo la nascita la vita dei giovani spinarelli è molto rischiosa: voraci larve e insetti adulti, altri pesci e uccelli sono sempre in agguato e, per un primo periodo, il padre continuerà a proteggere la prole che imprudentemente si allontana afferrandola con la bocca e riportandola nel nido.

Vedi anche
alga Il nome, che non ha valore sistematico, raggruppa organismi vegetali prevalentemente acquatici, con organizzazione relativamente semplice, molto diversi tra loro: forme unicellulari e coloniali, forme pluricellulari, uni- o plurinucleate, organizzate in filamenti semplici o complessi o in talli parenchimatici. ... Crostacei Classe (subphylum per alcuni autori) di Artropodi, a respirazione branchiale o tegumentale, con due paia di antenne e vario numero di appendici articolate, tipicamente bifide. Presentano un esoscheletro chitinoso, spesso calcificato e vivacemente colorato, suddiviso in un numero vario di segmenti articolati, ... ittiopsidi (o ictiopsidi) Denominazione in disuso dei Vertebrati Anamni che respirano per tutta la vita, o almeno per una parte di essa, per branchie e perciò si chiamano anche Branchiati. Metazoi In zoologia sistematica, l’insieme di tutti gli organismi pluricellulari Eucarioti compresi nel regno animale. A differenza dei Protozoi, hanno corpo costituito da numerose cellule, che esplicano differenti funzioni, distribuite in almeno due strati, di cui quello esterno, a contatto con l’ambiente, ...
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spinarello spinarèllo s. m. [der. di spina, per i raggi spinosi del dorso]. – Nome comune del pesce osseo Gasterosteus aculeatus, della famiglia gasterosteidi, presente in Europa, Italia compresa, nelle regioni costiere dell’Asia settentr....
cavallùccio
cavalluccio cavallùccio s. m. [vezz. e spreg. di cavallo]. – 1. a. Cavallo piccolo e grazioso; cavallo debole e malandato. b. A cavalluccio, come locuz. avv., seduto sulle spalle d’altra persona, con una gamba di qua e l’altra di là del...
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