Caviglia
Caviglia è il nome con cui nel linguaggio corrente si indica la regione del collo del piede, comprendente l'articolazione tibiotarsica, un'articolazione a cerniera, rinforzata da robusti apparati legamentosi, che nella postura eretta sopporta l'intero peso del corpo e nella locomozione assicura i movimenti tra gamba e piede (v. vol. 1°, II, cap. 10: Arti inferiori, Collo del piede). Il tarso, assieme a metatarso e falangi, è uno dei tre gruppi ossei che costituiscono il piede ed è a sua volta formato da un complesso di sette ossa (astragalo, calcagno, scafoide, cuboide, primo, secondo e terzo cuneiformi), suddivise, in base alla distanza dalla gamba, in tre serie ossee: prossimale, intermedia e distale. Nella serie prossimale vi sono due sole ossa sovrapposte: l'astragalo superiormente e il calcagno inferiormente. Solo l'astragalo si articola con la tibia e il perone, le ossa della gamba, e trasferisce il peso del corpo al suolo attraverso le altre ossa. Nella posizione eretta, il peso viene trasferito direttamente al calcagno, l'osso del tallone, e poi alle ossa del metatarso, che sostengono la pianta del piede.
Quando negli Anfibi si sono sviluppati gli arti liberi, l'arto anteriore e quello posteriore presentavano il medesimo numero di segmenti ossei, organizzati nella stessa maniera. La serie prossimale del tarso era costituita da tre ossa (tibiale, intermedio e fibulare), vi erano poi quattro elementi centrali e cinque tarsali distali. Gli elementi centrali si sono ridotti a due nei Rettili e a uno nei Mammiferi, e analogamente ben presto si è ridotto ed è scomparso il quinto elemento distale. Più importanti sono i cambiamenti avvenuti a carico della serie prossimale, esito delle notevoli modificazioni scheletriche indotte nei Vertebrati dalla locomozione in ambiente terrestre. È probabile che in conseguenza della rotazione in avanti della caviglia, che ha consentito l'orientamento del piede in senso anteroposteriore, con gli alluci posti verso l'interno, si sarebbe determinata la fusione del tibiale ridotto con l'elemento intermedio, che avrebbe offerto un più valido sostegno alla tibia. Già nei Rettili vi sono infatti a questo livello solo due ossa, l'astragalo, derivato appunto dalla fusione del tibiale e dell'intermedio, e il calcagno, che corrisponderebbe al fibulare.Nei Rettili si sviluppa inoltre un'articolazione tra le ossa della caviglia, dove avviene il maggior movimento tra gamba e piede. Nei coccodrilli questa articolazione si è instaurata tra astragalo, che si connette con la tibia, e calcagno, che si articola con le altre ossa del piede. Nei Mammiferi, astragalo e calcagno si modificano notevolmente; la forma a puleggia della testa dell'astragalo consente l'articolazione nella corrispondente serie di solchi dell'estremità distale della tibia; il calcagno, provvisto a volte di una piccola articolazione con l'osso della gamba, sviluppa un robusto processo su cui si inseriscono i muscoli della gamba attraverso il tendine di Achille. L'articolazione tibiotarsica consente una limitata flessione del dorso e della pianta del piede, mentre le articolazioni tra le ossa della caviglia garantiscono limitati movimenti di scivolamento.Altri adattamenti anatomofunzionali si sono sviluppati nei Primati, al cui ordine appartengono scimmie e uomo, durante il passaggio da una postura abitualmente quadrupede, a una semieretta e infine eretta nell'uomo. La necessità di mantenersi eretti e di camminare su due soli appoggi ha comportato modifiche a carico della struttura del bacino e degli arti: in particolare, ha determinato un grande sviluppo del calcagno, rispetto al quale l'astragalo ha assunto una posizione sopraelevata. Il calcagno è anche uno dei tre punti di appoggio della volta plantare anteroposteriore e, assieme agli elementi centrali della caviglia, concorre a formare l'altra volta plantare presente nell'uomo, quella trasversale. L'uomo, infatti, poggia il piede su una doppia volta plantare, scimpanzé, gorilla e gibboni appoggiano sul terreno solo il lato esterno del piede. L'assetto plantigrado, ovvero la deambulazione che avviene poggiando a terra tutto il piede, dalla caviglia alle dita, può essere considerato un carattere di primitività. Si trova negli Anfibi, nei Rettili, ma in molti Mammiferi la deambulazione si è evoluta verso forme più specializzate. Cani e gatti camminano sulle dita, cavalli e mucche su unghie specializzate, gli zoccoli. È questo un adattamento a una locomozione più veloce, favorita dall'allungamento dell'arto, che consente un passo più lungo. Nella deambulazione umana, il piede si comporta come una leva di terzo genere in cui il calcagno costituisce la potenza, cioè il punto di inserzione del muscolo che, contraendosi, lo solleva.
bibliografia
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