cavo
Unico esempio in Pg XXIII 22 Ne li occhi era ciascuna [anima] oscura e cava, / palida ne la faccia, e tanto scema / che da lʼossa la pelle s'informava. Commenta il Grabher: " nel luogo dove son gli occhi, cioè nelle orbite, ognuna era cava: come vuota e profondamente scavata; onde l'ombra (oscura) che riempiva quelle orbite ". Ma già esauriente e precisa la chiosa del Lana: " Perché le guanse s'asetano alla massella, l'osso ch'è in li poçadelli delle gote più spuntan fòri, si che l'occhio mostra più in entro fitto, e però dice cava ". Benvenuto si sofferma piuttosto sul valore morale dell'aggettivo: " propter famem plus tamen et minus secundum profunditatem gulae ". Il Daniello infine è il primo a riconoscere nel passo un'eco ovidiana (" Ovidio.., descrivendo la Fame disse: Hirtus erat crinis, cava lumina, pallor in ore ' "), che D. tuttavia supera, mettendo di suo la notazione della pelle che da l'ossa... s'informava.