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BRANDOLINI, Cecco

di Peter Partner - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 14 (1972)
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BRANDOLINI, Cecco

Peter Partner

Figlio di Brandolino Conte (poi conte di Valmareno) e di Lippa Abdosi, nacque il 3 genn. 1434 a Bagnacavallo (Ravenna). Datosi ancor giovanissimo al mestiere delle armi, fu dapprima al servizio di Venezia, insieme con il fratello maggiore, Tiberto, e continuò a militare sotto le insegne della Serenissima anche dopo la defezione di questo nel 1453. In seguito al tradimento il padre Brandolino, nel testamento redatto il 13 nov. 1456, designava il B. - e non Tiberto - come suo erede e successore nel feudo di Valmareno, terra di dominio veneto.

Nel 1460, passato al servizio di papa Pio II, dal quale aveva ottenuto una condotta per la guerra contro Sigismondo Malatesta, il B. combatté agli ordini di Ludovico Malvezzi nella Marca d'Ancona. Penetrato, malgrado la resistenza oppostagli, in territorio nemico, il 5 nov. 1460 attraversò Pergola, puntando con le sue truppe sul forte di Rocca Contrada (ora Arcevia, in prov. d'Ancona), ma non sappiamo se riuscì a condurre a fondo l'azione. Poco dopo, infatti, insieme con il corpo di duecento cavalli che era ai suoi ordini, abbandonò gli eserciti pontifici, ed il 10 marzo del 1461 acconsentì ad unirsi alle truppe di Sigismondo Malatesta. Pio II, nei suoi Commentarii, attribuisce la disfatta subita, poche settimane dopo, il 2luglio 1461, dalle forze pontificie presso Nidastore (vicino ad Arcevia) appunto alla diserzione del B. e dei suoi uomini. Il condottiero romagnolo, che in quello stesso mese aveva attaccato Castelleone di Suasa (Ancona), rimase seriamente ferito durante i combattimenti sostenuti sotto quella rocca.

I procedimenti legali iniziati da Pio II contro il B. dopo il suo tradimento provocarono l'amaro sdegno del fratello del condottiero, Tiberto, il quale li descrisse come "perpetua infamia e vergogna" della loro casata. Dietro sua richiesta, appunto, lo stesso Francesco Sforza interpose i suoi buoni uffici a Roma, per pregare il papa di sospendere le incresciose misure da lui prese ai danni del B.: non conosciamo quali effetti abbia avuto questo autorevole intervento.

Ritornato al servizio di Venezia nel settembre del 1461 il B. s'imbarcò con l'esercito di Bertoldo d'Este, inviato in Morea per fronteggiarvi l'avanzata dei Turchi. Dopo questa, non abbiamo altre notizie sicure su di lui. La cronologia dell'ultima campagna militare combattuta dal condottiero romagnolo, infatti, non è ben chiara. Sembra probabile che egli sia morto nella primavera del 1464, travolto, con Giovanni della Tela e altri mercenari italiani, dalle forze turche nella disfatta di Mantinea.

Notizie di questa rotta giunsero a Gubbio nel giugno del 1464;esse davano l'annunzio, tra l'altro, della cattura del B. da parte dei Turchi, ma non della sua morte. Una diversa versione è invece fornita dalla cosiddetta Lettera d'un secretario del sig. Sigismondo Malatesta, secondo la quale il B. sarebbe stato vivo ancora nel luglio del 1464, quando Sigismondo Malatesta giunse in Morea per assumervi il comando delle truppe che erano state del defunto Bertoldo d'Este. Secondo la Lettera, il B. sarebbe stato ucciso, sorpreso dall'arrivo dell'esercito turco, mentre stava combattendo con altri mercenari. Tale versione potrebbe anche rispondere al vero; ciò che sembra difficile da accettare, invece, è la cronologia di tale avvenimento sug, gerita dalla Lettera, secondo l'autore della quale la morte del B. sarebbe posteriore al ritorno in Italia del Malatesta dalla Morea (1466).

Fonti e Bibl.: Lettera d'un secretario del signorSigismondo Malatesta, in P. Sansovino, Dell'historia universale dell'origine et imperio de' Turchi, II, Venezia 1560, pp. 134 s.; Pii II, Commentarii, Francofurti 1614, pp. 257 s.; M. Sanuto, Vitae ducum Venetorum, in L. A. Muratori, Rer.Italic. Script., XXII, Mediolani 1733, col. 1172; Cronaca di ser Guerriero da Gubbio..., in Rer.Italic. Script., 2 ed., XXI, 4, a cura di G. Mazzatinti, pp. 71, 78; C. Grigioni, Documenti inediti relativi a Sigismondo Malatesta, in La Romagna, VII (1910); Corpus Chronicorum: Bononiensium, in Rer. Ital. Script., 2 ed., XVIII, 1, vol. IV, a cura di A. Sorbelli, pp. 284 s.; TheCommentaries of Pius II, a cura di F. A. Gragg e L. C. Gabel, Northampton, Mass., 1947, pp. 402 s.; G. Fallmerayer, Geschichte der Halbinsel Moreawährend des Mittelalters, II, Stuttgart-Tübingen 1830, pp. 414 ss.; L. Balduzzi, La famiglia deiconti Brandolini nobili veneti, in Giornale araldico-genealogico-diplomatico, II(1874-75), pp. 55 s.; G. Soranzo, Pio II e la politica italiana nella lotta contro i Malatesta, Padova 1911, pp. 220, 239, 270 nota; Id., Sigismondo Pandolfo Malatesta inMorea e le vicende del suo dominio, in Atti e mem.della R. Deputaz. di storia patria per la Romagna, s. 4, VIII (1918), pp. 228 ss.; A. Brandolini d'Adda, I Brandolini di Bagnacavallo, Venezia 1945, pp. 82-84; F. Catalano, La nuova signoria:F. Sforza, in Storia di Milano, VII, Milano 1956, p. 156.

Vedi anche
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Vocabolario
cécce
cecce cécce [voce onomatopeica infantile]. – A c., a sedere, nelle locuz. fam. tosc. essere, stare, mettersi a c., usate spec. tra bambini o con bambini.
cécca²
cecca2 cécca2 s. f. [rifacimento di cilecca secondo il nome proprio Cecca, abbrev. di Francesca]. – Si usa soltanto nella locuz. far c., lo stesso che far cilecca, nell’accezione più com. (di arma da fuoco che scatti senza far partire il...
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