Ugurgieri, Cecco di Meo Mellone degli
Verseggiatore, nato a Siena nel 1319; della sua vita abbiamo ben poche notizie, e quelle poche scarne e incerte.
L'U. appartiene alla schiera degli scrittori didattici del medio Trecento che dall'opera dantesca mutuarono, in un momento di crisi della scolastica, il pensiero filosofico. Coltivando gli studi della Commedia senz'altro intento che quello di coglierne l'aspetto dell'architettura generale, l'U. vede in D. il maestro di tutte le scienze e le arti, il filosofo, l'uomo dallo sterminato sapere: atteggiamento questo comune a tutti i trecentisti.
Intorno al 1350 compendiò in 100 terzine la Commedia. Ogni terzina racchiude artificiosamente il contenuto di un canto e inizia con il primo verso di ciascuno di essi. Il Compendio si divide in tre parti: " Cammin di morte abbreviato Inferno "; " Cammin di Purgatorio abbreviato "; " Cammin di Paradiso breve scritto ".
L'opera dell'U. è documento non trascurabile per la storia della fortuna di D. nei primi decenni dopo la sua morte ed è, tra le esposizioni in versi del poema, la più fedele, anche se, faticosa e contorta, non raggiunge che raramente spunti di vera poesia.
Da numerosi manoscritti della Commedia, appartenenti alla seconda metà del Trecento e del Quattrocento, il Compendio è tramandato anonimo, confuso con i componimenti congeneri di Bosone da Gubbio, Iacopo di D., Mino di Vanni d'Arezzo. L'attribuì per primo all'U. e lo pubblicò il Lami nel 1755, ma un anno dopo lo assegnava ad altri.
Sulla scorta delle indicazioni fornite dal senese Bargagli, riprese dal Crescimbeni, si è potuta stabilire con tutta certezza la paternità dell'U. e come suo il Compendio venne pubblicato dal Del Balzo.
Bibl. - G. Lami, Delizie degli eruditi toscani, XVIII, Firenze 1755, 463 ss.; ID., Novelle letterarie, ibid. 1756; C. Del Balzo, Poesie di mille autori intorno a D., II, Roma 1889-93, 82-98; G. Giannini, L'orditura della D.C. proposta agli studiosi, aggiuntavi la tavola di Mino di Vanni d'Arezzo, Firenze 1894; F. Luiso, Per la varia fortuna di D. nel sec. XIV, in " Giorn. d. " XI (1903); V. Rossi, D. nel Trecento e nel Quattrocento, in Scritti di critica letteraria, I, Firenze 1930; F. Mazzoni, Per la storia della critica dantesca, in " Studi d. " XXX (1951) 157-202; M. Messina, Un nuovo codice della Commedia e tre di estratti, ibid. XXXVI (1956) 265-268.