CECCO di Pietro
Pittore pisano attivo nella seconda metà del sec. XIV. Non si conoscono la data della sua nascita né le circostanze della sua formazione artistica; ma se il documento del 13 luglio 1351 che parla di un Cecco Pieri abitante a Lucca presso il pittore Paolo di Lazzarino (Ridolfi, 1882) riguarda lui, egli dovette nascere prima o non molto dopo il 1330 ed essere allievo o compagno di lavoro dell'artista lucchese. Nel 1370-71 C. è ricordato come collaboratore di Francesco di Neri da Volterra in un restauro effettuato su un affresco del Camposanto a Pisa, e un simile compito gli viene affidato anche nel 1379. Come dimostrano alcune tavole firmate e datate (1374, 1377) egli svolse però nel frattempo anche una autonoma attività artistica. Nel 1380 lo troviamo fra gli Anziani del Popolo del quartiere di Ponte a Pisa, e il fatto lascia supporre che gli inizi della sua carriera risalgano, in contrasto con quanto viene suggerito da alcuni studiosi (Bellini Pietri, in Thieme-Becker), ben più addietro del 1370 circa. Il 12 ag. 1385 C. viene pagato per la pittura di una bandiera per il duomo pisano, e nell'anno successivo firma e data diversi dipinti su tavola (Pisa, S. Pietro in Vincoli, ora perduto; Pisa, Museo, n. 95; Portland, Museo). La decorazione affrescata di una cappella nella chiesa di S. Martino a Pisa, attribuitagli dal Carli e databile intorno al 1395, attesta che il pittore era attivo ancora nell'ultimo decennio del Trecento, mentre in un documento del 28 marzo 1402 egli risulta già morto.
Non essendoci pervenuta nessun'opera di Paolo (o Paoluccio) di Lazzarino, non è possibile verificare gli eventuali contatti fra questo maestro e C.; sembra indubbio invece che egli subisse l'influsso di un altro compagno di lavoro, Francesco di Neri da Volterra. Nei numeri più antichi del suo catalogo, un po' infiacchito dal disegno angoloso e dalla fattura pedantesca, s'intravede infatti l'esempio del modellato energico del volterrano. Nelle sue opere del penultimo e dell'ultimo decennio C. gradualmente abbandonerà poi la ricerca dell'effetto plastico, insistendo sui contorni incisivi e su quella quasi didattica semplicità delle raffigurazioni che caratterizza tutta la sua tarda produzione. La sua pittura risulta, d'altra parte, poco ricettiva di fronte ai suggerimenti d'origine senese (ma si veda l'opinione contraria, fra l'altro del Van Marle, 1925 e del Vigni, 1950) o alle aspirazioni fiorentine alla forma monumentale, restando fedele alle tradizioni, non sempre le migliori, della pittura locale. Nonostante l'arretratezza del suo stile sembra che egli fosse pittore favorito di non pochi committenti che per un motivo o per l'altro lo preferivano ai forestieri di ben più alta levatura (Antonio Veneziano, Spinello, Piero di Puccio) allora attivi a Pisa.
Il catalogo di C., da cui vanno espunti alcuni dipinti che non gli si possono riconoscere, comprende le seguenti opere: Avignone, Musée du Petit-Palais, coll. Campana, nn. 29-30 (già Nantes, Musée), S. Bartolomeo e S. Pietro e nn. 31-32 (già Rennes, Musée), S. Nicola e S. Giovanni Battista (laterali della Madonna del Museo di Portland: Carli, 1961, tavv. 162 s.); Claremont, Calif., Scripps College, Madonna col Bambino (Fredericksen-Zeri, p. 50); Copenaghen, Statens Museum, n. 3378, Madonna col Bwnbino (con firma e data frammentaria, Olsen, 1961, tav. V); Firenze, coll. Salocchi, Madonna col Bambino (Carli, 1961, tav. 153); Firenze, già coll. De Cosson, Cristo crocifisso fra due dolenti e i ss. Caterina, Pietro, Giovanni Battista e Lucia; Annunciazione (trittico: Carli, 1961, p. 90); Firenze, coll. priv., Due santi (SS. Pietro e Giovanni Evangelista: Carli 1961, tav. 149); Milano già coll. Finarte, S. Gervasio (o s. Protasio?: Volpe, 1971); Milano, già coll. Foresti, Un santo papa (Berenson, 1968, II, fig. 456); New York, già coll. Duveen, Crocifissione (Berenson, 1968, II, fig. 454); New York, già Newhouse Galleries, S. Giovanni Battista e S. Bartolomeo (già laterali della Madonna n. 96 del Museo di Pisa: Zeri, 1968); Parigi, Louvre, n. 1313, Ifunerali di s. Bernardo (Carli, 1961, tav. 148); Pisa, S. Martino, Cristo in mandorla e busti di santi (affreschi databili intorno al1395: Carli, 1961, p. 94 e tavv. 170-172); Pisa, Museo, n. 94, Pietà fra sei santi (polittico firmato e datato 1377: Vigni, 1950, p. 105); n. 95, Crocifissione fra otto santi (polittico firmato e datato1386: Van Marle, 1925, fig. 169); n. 96, Madonna col Bambino (Vigni, 1950, pp. 106 s.); n. 97, Storie della vita di s. Margherita (Vigni, 1950, p. 107); n. 98, Sei santi (Vigni, 1950, pp. 107 s.); Pieve di Agnano (presso Pisa), Madonna col Bambino e santi (polittico: Carli, 1961, tavv. 164-167); Portland, Oregon, Museo,n. 61, 44, Madonna col Bambino (opera firmata e datata 1386: Carli, 1961, tav. 161); Raleigh, North Carolina, Museo, S. Girolamo nello studio (Carli, 1961, tav. 152); Roma, già galleria Sangiorgi, Madonna col Bambino (Shorr, 1954, p. 69); Tours,Museo (già Parigi, coll. Linet), Madonna col Bambino (Shorr,1954, p. 115); ubicazione sconosciuta, S. Pietro (Berenson, 1968,II, fig. 457).Questo elenco va completato con alcune altre tavole perle quali finora non è stato fatto il nome di C., quali un S. Domenico e un S. Francesco comparsi a Londra presso la casaChristie's (28 giugno 1949, n. 143); un S. Antonio fra due vescovi nel Metropolitan Museum di New York(cfr. Cincinnati ArtMuseum, The Lehman Coll. [catal.], Cincinnati 1959, p. 17) e una Madonna col Bambino nel Museo di Pisa (n. 89: Vigni, 1950, p. 102), oltre naturalmente le non poche opere che risultanodisperse (una Natività della Vergine, firmata e datata 1386, già nella chiesadi S. Pietro in Vincoli a Pisa; una Madonna col Bambino datata 1380 già nel Museo civico a Pisa; un S. Simone datato 1374 e una Madonna col Bambino e due angeli, datata 1381 già nella collezioneToscanelli a Pisa: Carli, 1961, pp. 87 ss.).
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