Cecina
. Cittadina toscana, posta sulla riva sinistra del fiume omonimo a tre km dalla foce, citata da D. in If XIII 9 come limite settentrionale di un ampio tratto della maremma tosco-laziale, tantó selvaggia e aspra ai tempi di D. da essere assunta come termine di paragone per illustrare la selva dei suicidi: Non han sì aspri sterpi né si folti / quelle fiere selvagge che 'n odio hanno / tra Cecina e Corneto i luoghi colti.
Alcuni commentatori, come lo Scartazzini, intendono il fiume Cecina, anziché il borgo. La questione è sollevata anche dal Witte, citato dallo Scartazzini, il quale intende come limiti della maremma toscana il fiume Cecina e il fiume Marta che scorre presso Corneto; dello stesso parere è anche il Revelli (Italia 158). Tutto ciò appare comunque di scarso rilievo.
L'interpretazione dello Scartazzini e del Witte si ritrova in molti antichi commenti: Chiose anonime Selmi, Guido da Pisa, Boccaccio, Buti, Anonimo, Landino, Venturi, Andreoli. Il Landino solleva anche un'altra questione, peraltro non ripresa da altri: " Alcuni testi hanno non Cècina, ma ‛ Cecilia ', la quale è una terra dagli antichi chiamata Centumcelle... e questo par più conveniente, perché tra la Cècina fiume e Corneto è molta distanzia... ". E il Venturi, vieppiù ingarbugliando la cosa: "Altri leggono ‛ Cecilia ', e significherebbe ‛ Civitavecchia '; così il Landino ". La variante ‛ Cecilia ' non compare comunque in alcun codice della ‛ vulgata '. Il Revelli (l. cit.) e il Bassermann (Orme 323 ss.) sostengono che D. conobbe di persona la zona; ma non dispongono di dati certi per provarlo.