CEDRO (dal gr. κέδρος "cedro"; fr. cèdre; sp. cedro; ted. Cederbaum; ingl. cedar)
Genere di Conifere della famiglia Pinacee, da Linneo messe nel genere Pinus, ma ora mantenute da tutti separate, per il carattere dell'inserzione delle foglie che sui rami lunghi hanno fillotassi a larga spirale, mentre nei rami brevi laterali (brachiblasti) la spirale diviene strettissima e quindi le foglie risultano disposte a ciuffi di 20-40. Dal genere Larix il Cedrus si distingue per le foglie persistenti e per i grossi strobili eretti, ovoidali, formati da squamme larghissime, rotondate, sottili e strettamente embricate. Detti coni maturano in due o tre anni e alla fine dell'inverno si sfasciano lasciando liberi i semi, che sono provveduti di un'ampia ala. Gli amenti maschili sono grossi, cilindrici, giallastri e si svolgono dal novembre alla primavera.
La specie più nota è Cedrus libanotica Lk. (1831) = Pinus cedrus L. (1753) = C. Libani Laws. (1836) = C. cedrus Huth (1893), comunemente chiamato cedro del Libano, che cresce spontaneamente nell'Anatolia meridionale e nella Siria, ed è celebrato in varî passi della Bibbia. La chioma larghissima (sino a 100 m. di circonferenza), ramificata dalla base e con la punta piegata da un lato, può giungere sino a 40 metri d'altezza e all'età di parecchi secoli. Vi è una varietà a foglie glauche, argentate (v. argentea Ant.). I coni ombelicati misurano 8-10 per 6-7 cm.
C. brevifolia Elwes e Henry (1908) = C. Libani v. brevifolia Hook. (1880) cresce nell'isola di Cipro nelle montagne tra Kykko e Irka Steratsa a 1300-1400 m. s. m. e va considerata come razza geografica della precedente, intermedia tra essa e C. atlantica; era noto sino dai tempi di Teofrasto e di Plinio.
C. atlantica Manetti (1842) è il Cedro dell'Atlante che cresce in Algeria e nel Marocco tra 1000 e 2000 m. s. m., ed è da considerarsi pure come razza geografica di C. libanotica. Differisce per la chioma a rami più brevi e meno vigorosi, quindi formanti una piramide più stretta, massime quando cresce associato, e con la punta diritta almeno nei giovani alberi; i ramoscelli sono pubescenti, mentre sono glabri in C. libanotica.
C. deodara Laws. (1838) = Pinus deodara Roxb. (1832) è il Cedro del Himālaya, Afghānistān e Belūcistān, dove cresce dai 1100 ai 4000 m. s. m. (optimum 2000-3000 m.); affine pur esso a C. libanotica, se ne differenzia per la lunghezza delle foglie (35-50 mm.) e per le squame degli strobili quasi glabre sulle facce interne (in C. libanotica invece sono peloso-lanuginose).
I Cedri sono piante ornamentali e a rapido accrescimento quando vivono in ambiente appropriato. Il C. libanotica fu il primo introdotto in Europa e, piantato nel giardino di Chelsea a Londra nel 1683, di là passò in Francia; dall'Inghilterra venne pure il primo Cedro piantato in Italia nell'Orto botanico di Pisa nel 1787. Ora questa specie è molto diffusa e trovasi in quasi tutti i parchi insieme con forme ibride, talora difficili da classificare. A scopo forestale si presta meglio, per la minore nodosità del tronoo, il C. atlantica, che si raccomanda d'introdurre nella zona del Castagno potendo fornire ottimo legname, duraturo, facile a lavorarsi e atto pure per mobili. Il C. deodara "legno della divinità" è usato, in Asia, per costruire i templi e scolpire idoli.