barracuda, cefali e donzelle
Predatori, spazzini del mare, mangiatori di madrepore
L'ordine dei Perciformi comprende un gran numero di specie di pesci: alcune, come i barracuda e i cefali, sono molto note e ricercate per le loro carni saporite. Sono pesci molto diversi tra loro, vivono in luoghi e ambienti differenti, ma gli studiosi hanno dimostrato che hanno avuto una lunga storia evolutiva in comune
Chi poteva pensare che i feroci barracuda fossero imparentati con i timidi cefali, spazzini del mare, e con le graziose donzelle delle nostre scogliere? Eppure questi tre pesci fanno parte del grande ordine dei Perciformi, che comprende specie sia marine sia d'acqua dolce con diversi dettagli anatomici in comune. Quasi sempre si osservano due pinne dorsali oppure una pinna unica divisa in due parti disuguali, di cui la prima è sostenuta da raggi spinosi. Inoltre, le pinne ventrali sono situate in posizione anteriore, fra il torace e le branchie. Altri Perciformi sono le cernie, i pesci persici, i tonni, gli sgombri, i pesci spada, le orate, le spigole, le triglie, i pesci angelo, i pesci pagliaccio, le tracine, le bavose, i ghiozzi, gli scalari, i pesci disco e le tilapie.
Alla famiglia degli Sfirenidi appartengono pesci predatori dal corpo idrodinamico, detti barracuda, assai veloci e provvisti di denti lunghi e affilati. Il capo è allungato e la bocca molto grande. In genere vivono nei mari tropicali ma in estate intraprendono lunghe migrazioni inseguendo i banchi di sardine e spingendosi fino alle zone temperate. Durante queste migrazioni si possono trovare nel Mediterraneo, dove i pescatori li chiamano lucci di mare. Alcune specie hanno dimensioni veramente imponenti: possono infatti raggiungere la lunghezza di tre metri. Talvolta i barracuda attaccano anche l'uomo, lasciandogli ferite dolorose. Spesso sono attratti da oggetti luccicanti che scambiano per pesci.
La famiglia dei Mugilidi comprende un centinaio di specie che vivono nelle acque marine costiere e che spesso risalgono i fiumi attratte dalla grande quantità di detriti di cui si nutrono. Hanno un corpo allungato e affusolato, a sezione quasi rotonda, con una bocca piuttosto stretta. I denti sono piccoli o addirittura assenti, e la pinna dorsale anteriore è sorretta da quattro raggi spinosi. Vivono in banco e si spostano soprattutto sui fondali sabbiosi presso gli estuari. Si alimentano aspirando il fango con la bocca e filtrandolo grazie a un apparato della faringe molto particolare. I cefali (Mugil cephalus, Liza aurata, e altri) sono i rappresentanti più noti di questa famiglia e formano banchi numerosi nel Mediterraneo dove sono oggetto di pesca commerciale.
Le barriere coralline dei mari tropicali ospitano numerose specie appartenenti alla famiglia dei Labridi, tutte vivacemente colorate, le cui dimensioni variano da pochi centimetri a tre metri. Spesso, maschi e femmine presentano una colorazione differente che usano per riconoscersi immediatamente. Infatti, questi pesci sono generalmente solitari e territoriali, quindi aggressivi verso i membri della loro stessa specie e dello stesso sesso. Per alimentarsi, esplorano sistematicamente le rocce, i letti di alghe e le colonie di Celenterati (coralli, madrepore, gorgonie, e altri) alla ricerca di piccole prede. Alcune specie possiedono una dentatura assai robusta con la quale riescono a frantumare i gusci dei molluschi e perfino lo scheletro delle madrepore! Nel Mediterraneo troviamo la donzella, detta anche zingarella (Coris julis), e i tordi di mare (genere Labrus, con numerose specie).