CELEBES (A. T., 95-96)
Isola dell'Arcipelago Indiano (Indie Orientali Olandesi) situata fra 1°45′ N. e 5°37′ S. e fra 125° e 118° E., con 179.400 kmq. di superficie e circa 2.300.000 ab. Il nome (Ilhas dos Celébes e dos Macaçares) si trova già nelle Décadas dell'Asia del De Barros e sembra che i Portoghesi lo traessero da quello di una popolazione dell'isola. E la più orientale delle grandi isole della Sonda, separata da Borneo dallo Stretto di Makasser. Si trova nella zona più frammentata dell'arcipelago, dove s'incontrano varie linee tettoniche e dove i movimenti più recenti (Terziario superiore, forse anche Quaternario antico) hanno lasciato fosse sottomarine profonde sin oltre 5000 m. (Mar di Flores, delle Molucche, di Celebes). Il contorno è assai caratteristico, con i suoi tre profondi golfi di Boni, di Tomori e di Gorontalo o Tomini, chiusi da quattro lunghe penisole che si dirigono a S., SE., E. e NE.
Il paese è montagnoso, con rilievo assai accidentato (cime superiori a 2000 e a 3000 m.), contenente, anche nelle lunghe penisole, depressioni profonde occupate da laghi, come quelli di Posso, di Towoeti, di Matanna e di Tempe. Terreni cristallini e paleozoici (gneiss, scisti, gres, granito, porfido, serpentino, ecc.) costituiscono il nucleo fondamentale, più antico, dell'isola, fiancheggiati spesso da terreni terziarî. Il monte Verbeek a nord del Golfo di Boni contiene grandi depositi di minerale di ferro di origine magmatica con notevole quantità di nichel, non ancora sfruttati. Nei pressi di Makasser si trovano ligniti, in parte migliorate per metamorfismo da contatto con rocce vulcaniche. L'attività vulcanica si manifesta attualmente soltanto nell'estremo sud, col vulcano Lompo Batang (3075 m.), e nell'estremo nord della penisola di Minahassa, col vulcano Klabat (2019 m.) ed altri.
Il clima è quello umido equatoriale: le piogge cadono tutto l'anno con massimi durante il periodo del monsone occidentale, da novembre ad aprile. Esse sono specialmente abbondanti nel sud, ove però il monsone di SE. depone la sua umidità sul versante orientale del rilievo e determina quindi una stagione secca sul versante opposto. Menado ha in media 2554 mm. di pioggia all'anno, distribuita in 166 giorni, con un massimo, in febbraio, di 482 mm. e un minimo, in settembre, di 10 mm.; Makasser ha 2744 mm. di pioggia annua, distribuita in 111 giorni, con un massimo di 1159 mm. in febbraio, e senza precipitazioni in agosto e settembre. La temperatura media, molto uniforme durante tutto l'anno, è di circa 26°.
La flora e la fauna di Celebes hanno carattere misto asiatico e australiano. L'isola comprende già, p. es., un piccolo marsupiale (kusu), ma anche camosci-antilopi e il babirussa. La foresta equatoriale è molto densa e diffusa nelle bassure e contiene varie specie di palme, tra cui quella del sagù, che dà l'alimento principale degli indigeni, ebani, dipterocarpi, e, nella parte meridionale (isola Boeton), teak. Qua e là, specie nel nord, si aprono savane alberate e sulla montagna il bosco contiene specie della zona temperata (querce).
La popolazione indigena comprende elementi di cultura assai diversa. Nel SO. i Toala, scoperti dal Sarasin, benché ormai pratichino un po' l'agricoltura, utilizzano ancora come abitazione le caverne naturali, nelle quali erigono le loro capanne a piattaforma, e conservano molti costumi estremamente primitivi. I Toragia o Alfuri (v.), specialmente nella parte centrale dell'isola, rappresentano lo strato propriamente indonesiano: sono agricoltori alla zappa, animisti, ancora praticanti in qualche luogo la caccia alle teste. Sulle coste, immigranti malesi incrociati con gl'indigeni hanno dato origine a tipi nuovi, quali i Bugi musulmani, che vivono organizzati in piccoli stati autonomi intorno al Golfo di Boni, e i Makasseresi, nel SO., i Minahassi, cristiani, nel N. Tanto gli uni quanto gli altri sono i più attivi navigatori e commercianti della parte orientale dell'arcipelago indiano, e hanno fondato, in passato, varî staterelli sulle coste delle Molucche e di Borneo. Con i loro piccoli velieri (prau o piroghe) essi intraprendono ancora annualmente viaggi a scopo commerciale.
La navigazione indigena è stata ridotta al piccolo cabotaggio dalla concorrenza dei vapori della Società di navigazione delle Indie Orientali Olandesi (Koninklijke Paketvaart Maatschappij). Tali linee di navigazione convergono a Makasser, il maggior centro commerciale dell'isola, dove avviene, con una larga partecipazione di mercanti cinesi, lo scambio della produzione indigena (rotang, pelli di bufalo, mais, garofano e prodotti del cocco) con le merci esterne. Le colture coloniali (caffè, canna da zucchero, tabacco) hanno qualche sviluppo soltanto nella regione di Minahassa (Menado) e nel distretto di Makasser. Makasser importò nel 1925 per un valore di 27,77 milioni di fiorini ed esportò per 39,58 milioni. Per Menado l'importazione raggiunse 7,74 e l'esportazione 8,53 milioni. Il movimento di questi due porti fu nel 1925 rispettivamente di 400.000 e 110.000 tonn. e nel 1926 di 560.000 e 120.000.
Mancano del tutto le ferrovie; nel sud vi è una linea tranviaria di 47 km. che collega Makasser a Takalar. Si vanno ora migliorando o costruendo le strade ordinarie, per facilitare lo sviluppo degli auto-trasporti.
L'isola è divisa amministrativamente nella "residenza" di Menado (v.) al nord, e nel "governo e dipendenze" di Celebes a sud, sotto un governatore che risiede nella capitale, Makasser (v.).
Bibl.: Encyclopaedie van Nederlandsch Oost-Indië, L'Aia 1917; A. Grubaner, Unter Kopfjägern in Central-Celebes, Lipsia 1913; L. van Vuuren, Proeve eener monographie van Celebes, Batavia 1920; Statistical Abstract for the Netherlands East Indies, Welevreden 1927.
Esplorazioni. - L'esplorazione dell'isola è relativamente recente e ancora lungi dall'essere completa, a causa dei molti ostacoli naturali e umani. Tanto i Portoghesi, primi arrivati nell'isola, quanto gli Olandesi insediativisi poi, furono piuttosto occupati a sedare rivolte che ad esplorare il loro dominio. Così è che la storia dell'esplorazione di Celebes incomincia solo col sec. XIX. Fra i pionieri, Carlo Vidua di Conzano (Casale Monferrato), dopo un esteso viaggio nella Polinesia settentrionale, sbarcò a Menado, all'estremità settentrionale di Celebes (1830) e s'internò per visitare i vulcani di Lahindong; ma, sprofondato con una gamba nel fango bollente, morì per le ustioni riportate. Odoardo Beccari, all'inizio del 1874, nel corso del suo terzo viaggio nella Malesia e Polinesia, esplorò parzialmente l'estremità della penisola SE. di Celebes. Il naturalista W. Kükenthal visitò Celebes nel 1893-1894.
Il Lago Posso, nel centro dell'isola, già visitato da Europei nel 1864, fu meglio esplorato da A. C. Kruijt, missionario olandese, nel 1893; lo stesso Kruijt, nel 1897, insieme col missionario N. Adriani, traversò la penisola orientale dal Golfo di Tomini a quello di Tomori, raccogliendo copiose note etnologiche sui Toragi del centro dell'isola.
La prima esplorazione sistematica dell'isola fu compiuta dai cugini Paul e Fritz Sarasin negli anni 1893-96 e 1902-03, raccogliendo gli elementi per una carta che, fondata su determinazioni di precisione, diede la prima chiara rappresentazione della morfologia insulare. Traversarono la catena spartiacque al centro dell'isola, scandagliarono il Lago Posso, esplorarono il bacino del fiume Koro, il più importante del Celebes occidentale, la penisola SE., ecc., raccogliendo una ricca messe di osservazioni d'ogni specie.
Negli anni 1909-10, E. C. Abendanon, traversando alla base la penisola meridionale e quella SE., compì una fruttuosa esplorazione geografica e geologica dei principali massicci montuosi. Un importantissimo contributo etnografico fruttarono poi le esplorazioni dello svedese W. Kaudern (1917-20). I coniugi Clifton, nel 1921, partendo dal Golfo di Boni, traversarono il centro dell'isola per nuove vie. Infine, è da ricordare nel 1928 la spedizione alla parte orientale dell'isola, selvaggia e inesplorata, del geologo ungherese L. Loczy, insieme con altri scienziati di varia nazionalità.
Bibl.: C. Vidua di Conzano, Viaggio nella Polinesia settentrionale, pubblicato da C. Balbo, Torino 1834; J. H. de Bondych Bastianse, Voyage fait dans les Moluques, à la Nouvelle Guinée et à Célèbes avec le Comte Vidua de Conzano, Parigi 1845; O. Beccari, Nuova Guinea, Selebes e Molucche, Firenze 1924; W. Kükenthal, Exploration zoologique aux îles Moluques et à Borneo, in Revue scientifique, VI (1896); A. C. Krujit, in Petermann's Mitteilungen, 1896, 1898 e 1899; P. e F. Sarasin, Reisen in Celebes, Wiesbaden 1905, e Materialen zur Naturgeschichte der Insel Celebes, voll. 5, Wiesbaden 1901-1906; E. C. Abendanon, Midden Celebes Expeditië 1909-10, Leida 1915-18; W. Kaudern, Structures and Settlements in Central Celebes; id., Migrations of the Toradja in Central Celebes, Gothenburg 1925; Ethnographical Studies in Celebes, 1927; V. Clifton, Islands of Queen Wilhelmina, Londra 1927.
Storia. - Dell'isola nessuna notizia si aveva in Occidente prima che, passando attraverso lo stretto di Malacca, i Portoghesi giungessero alla Sonda. È dubbio se già nel 1512 si avesse un primo stanziamento portoghese nell'isola. I superstiti della spedizione di Magellano passarono molto vicino alla costa orientale di essa nel loro viaggio dalle Filippine alle Molucche; infatti il Pigafetta iicorda l'isola di Sulach (oggi Soela), che si trova ad oriente della seconda grande insenatura di Celebes; ma non accenna affatto all'isola stessa e tanto meno alla presenza dei Portoghesi. La prima fortezza portoghese risale all'anno 1525; non ci è noto però se la dominazione si estendesse al di là di Makasser.
Quando la repubblica delle Sette Provincie Unite (Olanda) spogliò il Portogallo delle sue principali provincie asiatiche, anche Celebes subì la sorte delle altre isole. Ci è noto il trattato stipulato col sultano di Makasser nel 1607, nel quale, sotto il manto del commercio, si compiva l'alleanza degli Olandesi con quel sovrano indigeno a danno del Portogallo. Ma gli Olandesi non riuscirono molto facilmente a penetrare nell'interno; la resistenza del nucleo principale della popolazione, i bellicosi Alfuri, fu accanitissima. La Compagnia olandese delle Indie Orientali dovette più volte adoperare le armi per stabilirsi nell'isola e per domare le insurrezioni: si ricordano la spedizione del 1618 e quella del 1666, terminata con un trattato, detto di Banga (1667), per cui una parte dell'isola accettò il protettorato della Compagnia. La conquista del rimanente fu compiuta soltanto nel sec. XVIII, non senza molto spargimento di sangue.
Restava però sempre lo stato indipendente di Boni, contro cui gli Olandesi sostennero aspre lotte nel sec. XIX; più specialmente notevole, per lo sforzo sostenuto dal regno di Olanda, fu la campagna del 1859. Neppure ai giorni nostri il possesso di Celebes è stato pacifico; e tra il 1906 e il 1907 si ebbero gravi rivolte e repressioni sanguinose. Da qualche anno l'immigrazione dei Cinesi è venuta a trasformare l'economia dell'isola.
Bibl.: De Lannoy e Van der Linden, Histoire de l'expansion coloniale, II, Bruxelles 1907; C. Manfroni, Storia dell'Olanda, Milano 1908.
V. tavv. CXCI e CXCII.
Il mare di Celebes (A. T., 95-96). - È un bacino di sprofondamento pliocenico, racchiuso dalle isole di Celebes a sud, di Borneo a O., di Mindanao a N. Tra queste due ultime l'arcipelago delle Sulu o Jolo, che sorge su una bassa dorsale, lo separa dal Mar di Sulu. A E. l'allineamento insulare delle Sanghi, Karakelong e Sarangani costituisce la barriera di separazione col profondissimo bacino delle Filippine e con l'aperto Oceano Pacifico, mentre a S., tra Borneo e Celebes, lo Stretto di Makasser, largo in media 250 km. e lungo 720, lo mette in comunicazione col Mar della Sonda. Il bacino ha una larghezza e lunghezza massima di circa 850 km. Le sue sponde precipitano bruscamente verso le grandi profondità; l'isobata di 1000 metri segue a breve distanza il contorno delle coste per passare quasi immediatamente a una profondità di 2000 metri. Una gran parte dell'area centrale si deprime a 3000 e oltre 4000 metri, per scendere a 5000 metri in una fossa di forma quasi triangolare, nella parte orientale della quale si trova il punto più profondo sinora accertato (5112 metri). Per quanto nella zona centrale il Mar di Celebes non sia stato ancora esplorato in modo esauriente, sembra che il fondo non presenti notevoli accidentalità.
La temperatura media alla superficie dell'acqua è di 28°, e, secondo gli accertamenti della spedizione del Challenger, scende a 26°,6 dagli 80 ai 200 metri, e a 7°,6 sino ai 500 metri. L'omotermia incomincia già a 1400 m. e da questa profondità sino alle parti più depresse del bacino, la temperatura si mantiene costante a 3°,58. Le acque più fredde dell'Oceano Pacifico non hanno accesso nel Mar di Celebes, essendone separate, come già si è visto, da dorsali sottomarine, coperte da uno strato di acqua di non più di 1500 metri di spessore. La direzione prevalente del vento è verso S. da maggio a ottobre; verso N. e NE. da dicembre a marzo; verso E. in aprile. La violenza del monsone tocca il massimo nel febbraio e marzo. Le precipitazioni annue superano i 2500 mm. presso l'isola di Celebes; nel centro del bacino prevale cielo coperto e tempo opprimente senza molta pioggia.
Il Mar di Celebes è stato esplorato principalmente dalle spedizioni oceanografiche del Challenger (1874-75), e del Siboga olandese (1899-1900); attualmente (1930) è in corso la spedizione olandese sulla nave Willebrord Snellius.