Celiachia
Enteropatia dovuta all’intolleranza al glutine, nota anche con l’espressione di sprue celiaca (o morbo celiaco), costituita da un’infiammazione permanente della mucosa del duodeno provocata dall’ingestione di glutine in soggetti geneticamente predisposti e caratterizzata da un difettoso assorbimento intestinale dei grassi e dei carboidrati, che compromette lo stato di nutrizione con gravi danni alla mucosa intestinale e progressiva atrofia dei villi presenti nell’intestino, potendo portare al completo appiattimento delle pareti intestinali. Ha attualmente un’incidenza di ca. 1 su 100, con prevalenza nelle donne, può manifestarsi a qualsiasi età e in forme cliniche diverse, e ha un maggior numero di diagnosi in quei Paesi, come quelli mediterranei, la cui alimentazione è basata sui cereali.
La celiachia è comunque largamente sottostimata e le diagnosi si aggirano intorno al 15% del totale. La patologia è di natura autoimmunitaria: i danni intestinali sono infatti dovuti a una serie di reazioni immunologiche rivolte verso molecole proprie dell’organismo (self). È nota una predisposizione genetica alla condizione, correlata a particolari antigeni del complesso maggiore di istocompatibilità. La celiachia si manifesta con evacuazioni abbondanti, disturbi da carenza alimentare, anemia, arresto della crescita; compare in genere nei primi cinque anni di vita e tende spesso alla guarigione verso la pubertà. L’intolleranza è innescata dalla presenza di una proteina, la gliadina, contenuta nel glutine, un complesso proteico tipico dei cereali (grano, orzo, kamut, farro, segale ecc.): sono quindi potenzialmente tossici tutti i derivati da tali vegetali, quali pane e pasta.
La diagnosi si effettua con la biopsia del tessuto intestinale o, dopo i primi anni di età, con un’analisi volta a stabilire la presenza degli anticorpi specifici. Non esiste attualmente una terapia ma una dieta appropriata (che può comprendere anche riso, mais, soia, carne, frutta, pesce, legumi e risulta quindi equilibrata dal punto di vista nutrizionale) porta alla completa remissione dei sintomi nell’arco di pochi mesi (dopo la ricostituzione dei tessuti intestinali). Il celiaco può dunque godere di una buona qualità della vita. (*)
→ Alimentazione. Patologie connesse con l’alimentazione