CELLOFANE
Tra il 1908 ed il 1912 lo svizzero E. Brandenberger si occupò dello sviluppo di un procedimento per la produzione di pellicole a partire dalla "viscosa"; scoperta nel 1892 da Ch. F. Cross e E. J. Bevan, che venne applicato dalla "Blanchisserie et Teinturerie de Thaon-les-Vosges". Le pellicole ottenute furono chiamate "Cellophane" (cellulosa trasparente), nome che è rimasto nell'uso comune (cellofane in italiano) per indicare le pellicole di cellulosa rigenerata prodotte a partire dalla viscosa. Queste vengono spesso messe in commercio con altri nomi commerciali (ad es.: Cellglass, Heliozell, Transparit, ecc.). Prodotti similari sono le pellicole ottenute a partire dalle soluzioni di cellulosa in idrato di rame ammoniacale, che vengono generalmente indicate col nome di "cuprofane".
La "viscosa", preparata in maniera pressoché identica a quella destinata alla produzione del raion (IX, p. 670; XXVIII, p. 882; App. II, 11, p. 669), viene estrusa attraverso una fenditura sottile, direttamente in un bagno coagulante (soluzione acquosa di acido solforico e solfato di sodio) oppure su di un rullo di supporto che, nella rotazione, porta la pellicola liquida in contatto col bagno coagulante. In esso la cellulosa si rigenera in forma di un foglio continuo che, trasportato da rulli girevoli, passa attraverso una serie di vasche nelle quali, successivamente ed in continuo, viene lavato, desolforato, candeggiato, eventualmente tinto, ammorbidito con una soluzione di glicerina o glicol o altri prodotti similari. Il foglio umido, sempre guidato da rulli, entra infine in un essiccatore, all'uscita del quale viene arrotolato.
È costituito essenzialmente da cellulosa rigenerata e contiene circa il 12-20% di ammorbidenti (glicerina o suoi derivati, glicol, polialcoli, ecc.) ed una certa percentuale di acqua che varia, a seconda delle condizioni igrometriche dell'ambiente, dal 6 al 15%. Viene prodotto in diversi spessori che, per i tipi di più comune impiego, vanno dai 20 ai 40 micron. Si producono anche tipi speciali di spessori maggiori o minori di quelli compresi nei limiti suddetti. Fogli di spessore molto alto vengono fabbricati per accoppiamento di più fogli sottili incollati fra loro in modo da formare una specie di "sandwich".
Può essere prodotto nelle varietà incolore o colorato; trasparente oppure opaco. Quest'ultimo tipo si ottiene incorporando alla viscosa, prima della trafilatura, dei pigmenti finemente suddivisi, fra i quali il biossido di titanio, per ottenere i fogli opachi bianchi, oppure dei pigmenti colorati. La tintura del tipo trasparente viene effettuata in macchina facendo passare il foglio attraverso un bagno di tintura interposto fra il candeggio ed il bagno di ammorbidimento. Il tipo trasparente incolore lascia passare circa il 90% delle radiazioni visibili ed è molto più trasparente del vetro alle radiazioni ultraviolette.
È molto impermeabile alla maggior parte dei gas, escluso il vapor d'acqua. Per renderlo impermeabile al vapor d'acqua lo si ricopre con uno strato sottilissimo di vernice a base di nitrocellulosa, facendolo passare attraverso apposite macchine che spalmano su di una faccia del foglio una soluzione di nitrocellulosa addizionata di plastificanti ed essiccano, per evaporazione del solvente, il sottile strato protettivo di vernice depositato sul foglio.
Il cellofane "impermeabilizzato" è anche "autosaldante" perché, esercitando una pressione con apparecchio riscaldato, i fogli possono essere saldati, nei punti sollecitati, dal film di nitrocellulosa plastificata.
La resistenza e l'allungamento alla rottura variano in funzione del contenuto di umidità e di ammorbidente e sono diversi nelle due direzioni del foglio. La resistenza alla trazione varia tra 4-15 kg/mm2 in direzione di macchina e tra 2-6 kg/mm2 in direzione trasversale; l'allungamento tra 15 e 30% nella direzione di macchina e 25-50% nell'altra.
Le proprietà elettriche sono superiori a quelle della carta per quanto riguarda sia la costante che la rigidità dielettrica e ciò a causa della struttura compatta e non porosa della pellicola di cellulosa rigenerata.
La maggior parte del c. viene consumata per scopi decorativi e per imballaggi varî, soprattutto trasparenti, il cui impiego si è diffuso molto in seguito allo sviluppo preso dai grandi magazzini organizzati col metodo del "self-service", nei quali è necessario che la merce sia protetta e nella stesso tempo visibile. Circa il 65% del c. prodotto è consumato per imballaggio di generi alimentari, il 15% per imballaggio di tabacchi e sigarette ed il rimanente 20% distribuito su varî usi fra i quali produzione di scatole trasparenti e di sacchetti per imballaggio di fiori, indumenti ed oggetti varî, di nastri adesivi, di spaghi, per nastri di rivestimento di conduttori elettrici, ecc.
Bibl.: M. Halama, Transparentfolien (Cellophan, Transparit, Heliozell, Ultraphan), Berlino 1932; F. Pummerer, Chemische Textilfasern Filme und Folien, Stoccarda 1953.