CELSI
. Famiglia veneziana di origine ravennate assai remota. Vitale, coi primarî cittadini, figura sottoscritto nel patto barese di Domenico Michiel; Paolo nel 1178 è uno degli elettori del doge Orio Mastropietro; Pietro nel 1202 è sopracomito di galera, con Enrico Dandolo, al riacquisto di Zara; Nicolò (morto 1277) è procuratore di S. Marco nel 1268. La famiglia C. aveva pertanto acquistato, per lungo esercizio di partecipazione agli uffici pubblici, il diritto all'iscrizione ereditaria nel Maggior Consiglio, sancita nel 1297 con la cosiddetta Serrata, nella persona di Giovanni, figlio del procuratore Nicolò. Comunque essa non eccelse che per brevi parentesi, alla metà del sec. XIV, quando elevò alla dignità ducale Lorenzo (v.) e annoverò un Marco (morto 1374), che nello stesso periodo fu conte di Traù (1340-41,1346), consigliere ducale, elettore dei dogi Marin Falier (1354) e Giovanni Gradenigo (1355) e procuratore di S. Marco (1363); e nel sec. XVI con la partecipazione all'epopea di Lepanto (Giacomo, Giovanni, Bartolomeo Lorenzo, figli di Girolamo) quali sopracomiti, governatori di galea, e provveditore dell'armata (Giacomo). Nell'ultimo scorcio della repubblica, fra il patriziato decadente, la famiglia sopravviveva nell'esercizio delle maggiori cariche, con Marcantonio figlio di Lorenzo, conte e capitano di Sebenico (1708) e provveditore di Veglia (1714) e con Marino, provveditore a Salò (1708), prima di estinguersi nel 1789 con Francesco Maria, marito di Marina Barbarigo.
Bibl.: Barbaro, Genealogie veneziane, ms. III; Capellari, Campidoglio veneto, ms. II; E. A. Cicogna, Iscrizioni veneziane, Venezia 1824-43, III, p. 310; G. Soranzo, Bibliografia veneziana, Venezia 1885, s. v.; E.A. Cicogna, Saggio di bibliografia veneziana, Venezia 1847, s. v.