FRANGIPANE, Cencio
Secondo di questo nome, la sua origine non è nota. È poco probabile infatti che sia figlio di Giovanni Frangipane o del più anziano Cencio (I). Sicuramente era fratello di Leone ed ebbe, forse, un figlio, Maccabeo ("Mahabeus domni Cencii Fraiapanis"), non altrimenti attestato.
Il F. viene nominato una prima volta nel contesto dell'elezione a pontefice di Gelasio II, avvenuta all'inizio del 1118. In questa occasione il Collegio elettorale si era riunito nella chiesa di S. Maria in Pallara sul Palatino, nei pressi delle roccaforti dei Frangipane (fino ad allora sempre vicini al pontefice): in tal modo gli elettori ritenevano di essere al sicuro da eventuali pressioni e tumulti. Il Collegio si accordò sul candidato Giovanni Caetani, che assunse il nome di Gelasio II. L'elezione non era ancora giunta al termine, quando all'improvviso il F. con le sue schiere fece irruzione nella chiesa e con la forza turbò la cerimonia. Col sibilo e il ruggito di un drago e con la spada sguainata, secondo quanto si afferma nel seguito del Liber pontificalis redatto da Pandolfo, sfondò le porte e, dopo avere preso per il collo l'anziano papa, lo colpì e lo trascinò per le braccia e i capelli fuori dal luogo dove era avvenuta l'elezione. Gelasio II fu imprigionato nell'abitazione del F. insieme con i cardinali e i religiosi presenti che, in parte a testa in giù, furono condotti via a forza su cavalli e muli. L'attentato tuttavia fallì per la pressione della maggior parte dei nobili e dei cittadini romani, e il F. e suo fratello Leone dovettero liberare i prigionieri e sottomettersi a Gelasio II.
L'atteggiamento brutale del F. risultò del tutto inaspettato per i partecipanti e suscitò la sorpresa e lo sdegno generale. Il biografo del papa, Pandolfo, in un solenne discorso si rivolse al F. e gli rimproverò di avere rivolto le sua mani imbrattate di sangue contro la Chiesa, proprio lui che di essa aveva sempre e solo profittato: è questa l'accusa contro un ex sostenitore del Papato che improvvisamente, in una notte, aveva cambiato fronte. Sarebbe tuttavia errato definire l'attentatore di S. Maria in Pallara come l'unico responsabile dei fatti. Non si trattò affatto delle personali imprese di un singolo membro dei Frangipane: in queste vicende sembra piuttosto manifestarsi, per la prima volta, un cambiamento fondamentale nell'atteggiamento della famiglia verso il Papato. In tale occasione, infatti, i Frangipane volsero le spalle ai gregoriani - che avevano in Gelasio II il loro esponente - e agli ideali della riforma gregoriana del Papato, dando così inizio con la loro opposizione a un nuovo corso nella vita pubblica cittadina.
Il F. compare fra i membri dell'entourage del successore di Gelasio, Callisto II, ma il suo rapporto con quest'ultimo fu ambiguo e talvolta molto teso; nel 1120 fu interessato, a titolo personale e in nome di suo fratello Leone, a un accordo fra il papa e la città di Genova e per lui giurò il suo inviato Gentile de Franco. Il mutato rapporto con il Papato divenne chiaramente visibile quando Callisto II, nella primavera del 1121, fece distruggere le torri dei Frangipane a Roma e proibì tassativamente che venissero ricostruite.
La vera svolta della famiglia Frangipane avvenne comunque nel dicembre 1124, dopo la morte di Callisto II. D'accordo con il cardinale di S. Maria Nova, Aimerico, il F., suo fratello Leone e Roberto Frangipane intervennero violentemente nel corso dell'elezione pontificia e riuscirono a fare eleggere il loro candidato, Lamberto vescovo di Ostia, con il nome di Onorio II. Decisivo per la riuscita dell'azione dovette essere l'intervento militare del F., che controllava con una squadra armata la sede presso il Laterano, dove si svolgeva l'elezione; egli poté contare sulla "masnada" pontificia, probabilmente una specie di guardia del corpo, il cui comando gli era stato affidato di certo da Callisto II, forse per iniziativa e suggerimento di Aimerico. Una volta di più dunque, è confermato il rapporto ambiguo del F. nei confronti di questo papa.
Anche dopo i turbinosi eventi che avevano accompagnato l'elezione pontificia del 1124, i Frangipane rimasero una delle forze determinanti di Roma, e la loro posizione di spicco si fondò ancora una volta sulla stretta alleanza con il Papato. Ben presto il F. fu nominato da Onorio II conte di Ceccano; in tale veste contribuì alla destituzione dell'abate di Montecassino, Oderisio, avvenuta nel 1125. Nell'estate del 1128, si recò con il cardinale Aimerico nell'Italia meridionale e consegnò al vittorioso conte normanno Ruggero II di Sicilia il documento pontificio che lo investiva del ducato di Puglia.
L'elezione papale scismatica del 14 febbr. 1130, che vide come opposti pretendenti il candidato ufficiale di Aimerico, Gregorio Papareschi, poi Innocenzo II, e Pietro Pierleoni, che assunse il nome di Anacleto II, dovette tenersi anche con la partecipazione del F., anche se non esistono prove certe in merito. La sua famiglia si schierò subito dalla parte di Innocenzo II, ma non poté contrastare da sola a lungo la forte opposizione del partito di Anacleto II, al quale ben presto passò. Ciò è tra l'altro documentato da una lettera del 18 maggio 1130 al re Lotario, in cui diversi magnati romani, e tra loro il F. e suo fratello Leone, si dichiararono apertamente per il riconoscimento di Anacleto II come pontefice. In seguito, però, i Frangipane cambiarono nuovamente fronte. Il 4 giugno 1133, in occasione dell'incoronazione imperiale di Lotario il Sassone, il F. si schierava dalla parte di Innocenzo II, ritornato a Roma dopo tre anni di esilio, e fece prestare al re, prima dell'incoronazione, un giuramento precauzionale a favore del papa.
Dopo tale avvenimento il F. non è più ricordato dalle fonti: non si conoscono luogo e data della morte.
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