CENERENTOLA (fr. Cendrillon; sp. Cenicienta; ted. ingl. Cinderella)
Cenerentola, o Gatta cenerentola (dalle ceneri del focolare presso cui sta) è la fanciulla maltrattata dalla matrigna e dalle sorellastre, ma favorita dalla sorte. Con l'aiuto d'un essere soprannaturale, che di solito è una fata, C. prende parte ad una festa della Corte, ove per la straordinaria bellezza e lo splendore dell'abito, è ammirata dai convenuti e specialmente dal re, che se ne innamora e ne fa ricerca, grazie alla scarpetta smarrita dalla fanciulla. Di questa diffusissima favola sono state raccolte 345 varianti (celebre fra tutte quella del Perrault), che vanno dal 1544 al 1892; sono divise in tre gruppi, di cui il primo, più numeroso, comprende i racconti di Cenerentola, propriamente detti; il secondo quelli del padre snaturato, sfuggito dalla figlia (tipo: Pelle d'asino, Cat skin); e il terzo quelli del padre furibondo che scaccia la figliola (tipo: Cap o' Rushes, Re Lear, ecc.). Gli studiosi moderni sono discordi sulle origini e il significato del racconto: il De Gubernatis è per l'origine mitica (C. sarebbe l'Aurora); il Cosquin, per l'origine indiana; il Lang vede nel focolare un vestigio del giuniorascato; il Saintyves scorge nella favola un fondo rituale di carattere mitico: C., la fidanzata delle ceneri, non sarebbe che la personificazione dell'anno nuovo.
Tra i musicisti che da questa favola hanno tratto ispirazione, ricorderemo il Rossini (Cenerentola, 1816) e il Massenet (Cendrillon, 1899, fondata sul Perrault).
Bibl.: A. De Gubernatis, Mythologie zoologique, trad. P. Regnault, Parigi 1874, I, p. 35; W.R.S. Ralston, Cinderella, in Nineteenth Century, XXXIII (1879), pp. 832-854; A. Lang, Perrault's popular tales, Oxford 1888, pp. lxxxvi-cii; M. R. Cox, Cinderella, Londra 1893; E. Cosquin, les contes indiens et l'Occident, Parigi 1922, pp. 30-57, 503-16, 525; P. Saintyves, Les contes de Perrault et les récits parallèles, Parigi 1923, pp. 113-164.