CENNINI, Cennino
Scrittore d'arte e pittore. Nativo di Colle Valdelsa, sembra vissuto fino al principio del sec. XV. Allievo di A. Gaddi, si stabilì poi a Padova, dove è ricordato come pittore di Francesco il Giovane da Carrara nel 1398. Nulla si conosce delle sue pitture perché è troppo guasta un'ancona degli Uffizî che reca il suo nome in una scritta di dubbia autenticità. La sua fama è affidata invece al Libro dell'Arte, composto forse a Padova sui primi del sec. XV; il primo trattato italiano d'arte e nello stesso tempo il primo ricettario in volgare. Il C. vanta la propria discendenza artistica da Giotto; e i suoi precetti sono quelli della pittura fiorentina del Trecento. La più importante delle sue definizioni è quella che considera l'arte come mezzo a materiare immagini fantastiche mediante forme tratte dal reale, a "trovare cose non vedute, cacciandosi sotto ombra di naturali". Ricco di una terminologia artistica, rimasta in massima invariata attraverso i secoli, il trattato del C. guida passo passo il pittore indicandogli ora come vanno riprodotti i volti nel loro variare secondo il sesso e l'età, ora dove ha da mettere le luci, le ombre, gl'incarnati, o come van fatti alberi, acque, e monti; da precetti su qualunque genere di lavoro, non sdegnando le commissioni più umili, dai finimenti dei cavalli alle tinture per le donne: non riguarda l'essenza più intima dell'arte, che si sottrae ad ogni insegnamento letterario; è invece un tesoro di notizie sulla pratica pittorica del Trecento. Le edizioni principali del trattato sono quelle del Tambroni (Roma 1821), del Milanesi (Firenze 1859) e recentemente del Simi (Lanciano 1913).
Bibl.: Bernath, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, VI, Lipsia 1912 (con ampia bibl.); vedi ancora: P. Toesca, Precetti d'arte italiani, Livorno 1900; Loumier, Les traditions techniques de la peinture médiévale, Parigi e Bruxelles, 1914, p. 67 segg.; L. Venturi, La critica d'arte durante i secoli XIV e XV, in L'Arte, XX (1917), p. 305 segg.; J. v. Schlosser, Die Kunstliteratur, Vienna 1924 (con ampia bibliografia); L. Venturi, La critica d'arte alla fine del Trecento, in L'Arte, XXVIII (1925), p. 233 segg.; id., Il gusto dei primitivi, Bologna 1926, p. 77 segg.; L.F. Benedetto, Un giudizio inedito di X. de Maistre, in Il Vasari, II (1929), p. 96 segg.