censimento
Operazione statistica di rilevazione diretta e totale, intesa ad accertare lo stato di un fatto collettivo in un dato momento, caratterizzata dall’istantaneità, dalla generalità e dalla periodicità.
Il c. è pratica antichissima. In Egitto e in Cina all’inizio del 2° millennio a.C. si effettuavano periodicamente rilevazioni dei componenti delle famiglie e dei loro beni. Nell’antica Roma re Servio Tullio, nel 6° sec. a.C., introdusse il c. periodico dei cittadini. Il primo c. periodico effettuato da uno Stato moderno si ebbe in Svezia nel 1749.
È volto ad accertare lo stato della popolazione, cioè la sua consistenza numerica e la sua struttura. Le caratteristiche rilevate negli ultimi c. italiani tramite il foglio di famiglia, cioè il modello di rilevazione censuaria che ogni famiglia o convivenza è tenuta a compilare, riguardano sia aspetti demografici, come il sesso e l’età, sia aspetti d’ordine sociale, come la professione e il grado d’istruzione. I dati della popolazione in Italia sono stati aggiornati con il censimento effettuato nel 2011.
Riguarda l’agricoltura o le aziende industriali e commerciali. I primi c. economici generali furono eseguiti nel 1846 in Belgio. In Italia il c. delle attività economiche avviene di norma con cadenza decennale, ma il rapido mutamento del quadro economico ha indotto l’ISTAT a realizzare nel 1996 un nuovo c., denominato c. intermedio dell’industria e dei servizi, che ha per oggetto tutte le imprese iscritte nel Registro delle imprese delle camere di commercio, gli artigiani e i lavoratori autonomi. Risale al 2001 l’ultimo c. dell’industria, che è previsto venga aggiornato con quello del 2012.
Riguarda in modo specifico le attività agricole. Nel 1930, con la partecipazione di 52 Paesi, fu effettuato il primo c. mondiale dell’agricoltura; nel dopoguerra la FAO varò un piano per l’effettuazione periodica del c., al quale aderirono 78 Paesi. Al 2010 risale l’ultimo c. dell’agricoltura in Italia.