CENT NOUVELLES NOUVELLES
. Celebre raccolta del sec. XV, alla quale si deve l'introduzione in Francia della novella in prosa. Il novellatore francese, anonimo, dichiara nella dedica al duca di Borgogna d'essersi ispirato all'esempio del Decameron. Da questo e da altri indizî la critica moderna ha potuto attribuire il libro ad Antoine de La Sale (v.), un colto gentiluomo nato nel 1398, il quale, dopo un soggiorno in Italia (era a Roma nel 1422), amministrò per qualche tempo (1424) la giustizia in Arles. Di là, passato nel Lussemburgo e forse in Fiandra, s'acquistò la benevolenza del duca di Borgogna Filippo il Buono (morto nel 1467), per invito del quale scrisse le Cent nouvelles nouvelles, tra il 1456 e il 1462.
A somiglianza di quelle del Boccaccio, esse si fingono raccontate dal duca, dai suoi familiari e dallo stesso autore. Ma vi manca la bella cornice boccaccesca, mancano quasi del tutto le novelle a largo intreccio, di contenuto tragico, sentimentale e romanzesco; onde l'opera rassomiglia assai più alle Facezie di Poggio, che lo scrittore francese sicuramente ebbe presenti. Infatti, da quella collezione provengono parecchi soggetti, e la maggior parte dei temi trattati, come in Poggio, ha carattere aneddotico e licenzioso. Il libro - tutto pervaso di quel salace esprit gaulois, grossolano e caustico, proprio dei precedenti fabliaux - riesce nell'insieme piuttosto monotorio. Tuttavia ha importanza, sia perché esso inizia la novella in prosa secondo il gusto italiano, sia perché lo stile dello scrittore è semplice, schietto e vivo, specialmente nel comico. L'opera esercitò influsso anche sui novellatori italiani del Cinquecento, e più tardi fu addirittura saccheggiata da Celio Malespini. La migliore edizione della raccolta è quella procurata da P. Champion, Les cent nouvelles nouvelles, Parigi 1928.
Bibl.: E. Gossart, A. de L. S., sa vie et ses oeuvres, 2ª ed., Bruxelles 1902; J. Nève, A. de L.S., Parigi 1903; P. Toldo, Contributo allo studio della novella francese del XV e XVI sec., Roma 1895; G. Paris, in Journ. des Savants (1815), p. 289 segg.; id., Esquisse historique, Parigi 1907, p. 246 segg.; W. Söderhjelm, Nots sur A. de L.S. et ses oeuvres, in Acta soc. scientiarum Fennicae, XXXIII (1904), p. 42 segg., e La nouvelle française au XVe siècle, Parigi 1910, capp. II-IV. Per l'attribuzione al L. S., vedi G. Doutrepont, La littérat. française à la cour des ducs de Bourgogne, Parigi 1909; Ch. Knudson, in Romania, LIII (1927), pp. 365-73; per le fonti delle nov., W. Küchler, in Zeitschr. f. französ. Sprache u. Litt., XXX-XXXI, p. 48 segg.; per il plagio del Malespini, Ducento novelle, Venezia 1609; G.B. Marchesi, Per la st. della novella ital. nel sec. XVII, Roma 1897, p. 25 segg.; E. Misteli, C. M. u. seine Novellen, Wohlen 1902.