CENTAUROMACHIA DEL LOUVRE, Pittore della
Ceramografo attico della tecnica a figure rosse che deriva il nome dal cratere G 367 del Louvre. Operò nell'età di Pericle; il suo stile lo accosta alla cerchia del ceramista Polygnotos. Alla sua tarda attività si attribuiscono oggi i vasi che una volta andavano sotto il nome del Pittore dell'Agnello. In complesso appartengono a lui o alla sua bottega circa novanta vasi, per la quasi totalità crateri. La grande maggioranza dei vasi da lui decorati proviene dalla Magna Grecia, dalla Sicilia e dall'Etruria; rarissimi quelli provenienti dalla Grecia: di essi due o tre vengono da Atene, uno da Delo e tre o quattro dall'isola di Rodi. Nel cratere G 367 del Louvre è dipinta una centauromachia, soggetto che si ripete in un vaso di Tarquinia (R. C. 1960). I soggetti prediletti dal pittore sono tuttavia quelli inerenti ai giochi e alla guerra, per cui atleti e guerrieri appaiono sovente sui suoi vasi, ad esempio: nel cratere di New York (6.1021.173), di una particolare vivacità; in uno stàmnos di Agrigento (Coll. Giuffrida) e in uno di Tarporley (Coll. Brooks). Ma non trascurò soggetti mitologici: notevoli una pelìke (acquistata in Grecia e oggi in una collezione privata in Germania), con il soggetto, non molto frequente, di Edipo e la Sfinge, un cratere del Museo Rodin a Parigi con il mito di Eos, uno di Lipsia, uno di Perugia e altri di Bologna (246), di Siracusa (16.865), di Stoccolma (da Capua) ecc., con rappresentazioni del ciclo dionisiaco. Altra rappresentazione non troppo consueta è quella dello sbarco di Danao figurata su una hydrìa di Monaco (2429).
Bibl.: J. D. Beazley, Red-fig., p. 709 e ss.; G. M. A. Richter, Attic Red-figured Vases, New Haven 1946, p. 130. Per il Pittore dell'Agnello cfr. J. D. Beazley, p. 407 e s.