CENTO (A. T., 24-25-26)
Cittadina della provincia di Ferrara, sulla sinistra del Reno, a 15 m. s. m., con 4942 abitanti. Un tempo la circondavano mura; ora restano solo le porte, che sono quattro e s'aprono quasi ai quattro punti cardinali. Ha forma press'a poco rotonda; possiede qualche bel palazzo e belle chiese, una pinacoteca comunale e una biblioteca, varî istituti di beneficenza, un ginnasio regio e scuole professionali, un teatro. Vi nacquero G. Francesco Barbieri, detto il Guercino (1591-1664), Ugo Bassi (1801-1849), Alessandro Gallerani (1833-1905). È stazione della ferrovia Ferrara-Modena e della Cento-S. Giovanni in Persiceto. Appartiene alla diocesi di Bologna.
Il territorio del comune (63,68 kmq.), tutto piano, è attraversato dal canale di Cento e limitato dal Reno, che scorre fra alti argini; è molto produttivo e ha anche qualche industria. Conta 21.084 abitanti, dei quali 15.873 vivono nelle case sparse.
Monumenti. - La cittadina, senza rilevanti caratteri artistici nell'architettura d'insieme, si adorna soprattutto della Rocca e di qualche chiesa. Tra queste, S. Biagio ha un crocifisso ligneo del sec. XV e un bel coro; S. Maria del Rosario, un magnifico altare architettato da Ferdinando Bibbiena, con statue del Mazza e alcune tele del Guercino. La piccola pinacoteca locale contiene molte cospicue opere di lui, nonché di altri artisti che illustrarono Cento, quali il Cremonini e il bizzarro manierista Marcello Provenzali che fu anche, e precipuamente, mosaicista.
Storia. - È d'origine antichissima; ma i documenti cominciano a ricordarla solo dal sec. VIII. Sorgeva su una specie di isola formatasi dal vario incontrarsi delle acque alluvionali del Reno, del Po, di alcuni torrenti. Il villaggio e la vicina Pieve costituirono per lungo tempo un'entità sola amministrativa sino al sec. XIV, allorché si divisero in due separati comuni, l'uno centro civile e commerciale: l'altro centro ecclesiastico. Il territorio centese fu da tempo remoto soggetto nello spirituale e nel temporale ai vescovi di Bologna, nonostante i contrasti col grande Comune che intendeva rivendicarlo a sé; di qui l'intervento del papa che finì per estendere il suo potere su Cento, finché nel 1502 Alessandro VI concesse Cento in feudo al duca di Ferrara, al quale poi rimase definitivamente dopo la morte di Leone X, fino alla rivendicazione da parte di Clemente VIII di tutto il ducato ferrarese nel 1598. Nel 1754, Benedetto XIV conferì a Cento il titolo di città. Notevole importanza ebbe Cento durante i primi tempi dell'invasione francese, negli anni 1796-98, nei quali fu innalzato a capoluogo di dipartimento. Nel 1816 ritornò sotto il dominio pontificio facendo parte della provincia di Ferrara, insieme con la Pieve: la quale ultima venne nel 1928 unita alla provincia di Bologna, a cui per tanti anni tutto il Centese era appartenuto.
Bibl.: Le pitture di Cento e le vite in compendio di varj incisori e pittori della stessa città, Ferrara 1769; G. F. Erri, Dell'origine di Cento e di sua pieve, Bologna 1769; G. Atti e F. Lodi, Sunto storico di Cento da servire anche di guida del forestiero, Cento 1853; L. Breventani, Deduzioni storiche sull'origine vera della Decima di Cento, Bologna 1897; A. Orsini, Diario centese (1796-1887), Bologna 1905; C. Ricci, Cento e il Guercino, in L'Illustrazione italiana, 6 settembre 1891.