cera
. Nel significato di " volto ", " faccia " (gallicismo, dall'antico francese chiere), in Rime LXIX 7 i' ebbi tanto ardir, ch'in la sua cera / guarda', [e vidi] un angiol figurato. Quanto all'identificazione della donna nel cui volto (in la sua cera) D. guardò, il Contini, dissentendo dallo Zingarelli che suppose essere non Beatrice, ma Vanna, sostiene, come il Carducci e lo Scherillo, che si tratta della prima donna dello schermo. Un'altra occorrenza in Detto 171. Il vocabolo è frequentissimo nella lirica due-trecentesca: oltre che nei Siciliani, lo si ritrova ad es. spessissimo in Chiaro, nei testi dei memoriali bolognesi (cfr. ediz. Caboni V 9, VIII 18, IX 32) e nei realistico-borghesi (Rustico Non riconoscereste 6, Una bestiuola 9).