FILISTEA, Ceramica
Con tale nome si indica una classe chiaramente definita di ceramica dipinta palestinese, che inizialmente fu attribuita ai Filistei sulla base della constatazione che i suoi esemplari sono stati rinvenuti nella Palestina del XII e XI sec. a. C., specialmente in quella parte che fu occupata dai Filistei e particolarmente nella pianura delimitata dal mare tra Giaffa e Gaza (Philistia) e la vicina Shefelā di Giuda.
Nella Palestina si distinguono popolazioni di origine semitica (Cananei, Fenici) e altre probabilmente di derivazione indoeuropea (Filistei), e ciò anteriormente alla entrata nel paese degli Ebrei. Il nome di Palestina significa terra dei Filistei (Pēlishtīm). L'occupazione ebraica della Palestina va posta quasi certamente tra gli spostamenti del XII sec. a. C., che segnano il passaggio dal nomadismo alla vita stanziale (migrazioni doriche, insediamento degli Italici nella penisola).
I principali trovamenti di ceramica f. si sono avuti: a Tell Qasileh, a N di Giaffa, e a Gezer, Bēt Shemesh, Tell Beit Mirsim (la biblica Debir), Tell Gemmeh e Tell el- Far῾ah a S. Alcuni rinvenimenti in luoghi come Tell en-Nasbeh, presso Gerusalemme, e Megiddo, nella pianura di Esdraebn, indicano le direzioni dell'espansione filistea. La ceramica f. è invece totalmente assente da Beisan e da Tell Abu Hawam. È documentata in strati e depositi che datano dal principio del XII al tardo XI sec. a. C., il che corrisponde al periodo della dominazione filistea. Tanto la forma di queste ceramiche che la loro decorazione dimostrano una forte influenza egea. Il repertorio decorativo è in prevalenza derivato dalla ceramica del Tardo Miceneo IIIa I (fine del XIII-inizio del XII sec. a. C.). Gli studi successivi del Saussay e dello Heurtley dimostrarono tuttavia che non è possibile attribuire ai Filistei la ceramica f., sia perché i vasi più antichi di questo tipo sono anteriori all'insediamento filisteo in Palestina, sia perché l'esame stilistico dei motivi rivela un attardamento locale del repertorio miceneo precedente l'invasione dei Popoli del mare unitamente a motivi della ceramica nota col nome di mitannica.
Alcune delle forme fondamentali della ceramica f. derivarono da prototipi micenei: il cratere e la piccola coppa, entrambi con tipici manici orizzontali; il vaso a staffa con il falso collo e un becco sulle spalle e la pyxis, meno frequente. Uno dei più tipici recipienti filistei è l'anfora provvista di un becco con filtro. È chiamata comunemente la "caraffa da birra filistea", ed è evidentemente una forma locale palestinese. Meno comuni sono la particolare bottiglia a forma di corno, che deriva da un prototipo cipriota, e la caraffa con il lungo collo, che dimostra influenza egizia sia nella forma che nella decorazione. Una caratteristica tecnica dei recipienti filistei è una velatura grigio crema o biancastra che ne ricopre le superfici e su cui sono dipinti i disegni in rosso e nero. Altrimenti il colore di fondo è una striscia rossa e i disegni sono soltanto in nero. Il repertorio decorativo consiste quasi esclusivamente in motivi micenei, resi in uno stile peculiare alla ceramica filistea.
Il disegno più significativo è un uccello fortemente stilizzato, di solito raffigurato mentre, con le ali alzate, volgendo indietro il capo passa il becco sulle piume. In alcuni casi l'uccello è raffigurato con il becco rivolto in avanti.
I disegni geometrici sono assai numerosi. I più caratteristici, particolarmente comuni nelle coppe, sono spirali annodate; vengono quindi vari nodi concentrici, archi, motivi a scala, a scacchi, a rombi, disegni a rete e la tipica croce di Malta. Tutti questi motivi ornamentali ricorrono in combinazioni diverse, tra le quali è prediletto il sistema di una serie di pannelli paragonabili a metope che contengono i motivi piu importanti, mentre i motivi minori compaiono nelle decorazioni marginali. In un caso il collo del recipiente è decorato con un motivo grazioso di fiori di loto stilizzati che indica l'influenza egiziana. Una "caraffa da birra" filistea, da Megiddo, è un esempio unico per la sua decorazione, che consiste in un fregio in cui è raffigurata una scena di pastori, con il loro bastone e con uno strumento a corda, circondati da vari animali. L'origine di questa raffigurazione rimane oscura. Alla fine del X sec. a. C. la ceramica f. è in regresso. L'ultima fase della tradizione micenea è rappresentata da un gruppo di coppe profondamente carenate con due manici annodati, striscia rossa e un disegno a spirale abbassata. Tali coppe segnano l'assorbimento della ceramica f. nella tradizione locale.
La ceramica f. è, in definitiva, una produzione locale di uno stile eclettico, che riflette vari influssi culturali. È basata prima di tutto sulla ceramica del Tardo Miceneo IIIa I, corrente nelle isole egee, e presenta altri elementi che dimostrano affinità siriane, cipriote e talora egiziane.
Bibl.: E. Saussey, La céramique philistine, in Syria, V, 1924, pp. 169-185; W. A. Heurtley, The Relationship between ‛Philistine' and Mycenaean Pottery, in Quarterly Departm. Antiq. Palestine, IV, 1935, pp. 90-110.