ceraste
. Nel verso serpentelli e ceraste [le Furie] avien per crine (If IX 41) è l'unica presenza del vocabolo, che indica una specie di serpenti: " Serpentelli e ceraste dee valere quanto serpenti piccioli e grossi: i piccioli per crine sciolto, i grossi avvolti in trecce " (Lombardi); ma il Boccaccio, forse sulla scorta di Virgilio e Stazio (" Tisiphone... / crinalem attollit longo stridore cerasten ", Theb. XI 65), precisa che le c. sono " una spezie di serpenti li quali hanno uno o due cornicelli in capo ".