cerca
. La parola, usata da D. soltanto in Pd XVI 63, è stata variamente intesa, dai più antichi ai .moderni commentatori. A ciò concorre la stessa natura del passo in cui essa si trova, genericamente allusivo: Se la gente ch'al mondo più traligna [" gli ecclesiastici "] / non fosse stata a Cesare noverca / ... tal fatto è fiorentino e cambia e merca, / che si sarebbe vòlto a Simifonti, / là dove andava l'avolo a la cerca. L'espressione ‛ andare a la c. ' vale andare " col panieri o col somieri vendendo la merce, come vanno per lo contado li rivenditori " (Buti); ma l'Ottimo e Benvenuto la intendono per " andare alla guardia ". Quest'ultima interpretazione è stata difesa dal Del Lungo (Miscellanea st. di Valdelsa, XVIII 5 ss.) che scrive: " andare alla cerca i Fiorentini dal Trecento al Cinquecento lo dissero usualmente e lo intesero delle perlustrazioni per la città proprie di gente armata, e in particolare dai famigli della giustizia: ciò che più tardi, la ‛ ronda ' ". Non l'accoglie però il Torraca, il quale, vedendo nel tal del v. 61 un " villano o colono dimorante nelle campagne ", ne deduce: " Questo importa considerare per intendere che qui l'espressione andare alla cerca, non può avere se non il significato più umile, e ancora vivo, di andar attorno chiedendo l'elemosina ".