cerchiare
. Il verbo è presente in D. undici volte, di cui una sola in prosa; tre volte è in rima, sempre nella forma della terza persona singolare, ‛ cerchia '. Vale " girare attorno a qualcosa ", " circondare ", oppure, con valore intransitivo, " muoversi in circolo ".
Il verbo indica un movimento circolare attorno a qualcosa, ovvero un percorso circolare, in Pg XXII 93 questa tepidezza il quarto cerchio / cerchiar mi fé più che 'l quarto centesmo (per il testo v. Petrocchi, ad l., e Introduzione 149), in cui la pena di Stazio è resa più evidente e dolorosa dall'espressione ‛ c. il cerchio ', che efficacemente insiste sull'eterno andare lungo la cornice in cui sono condannati gli accidiosi: " mi fece volgere et intorno girare il quarto cerchio nel qual si purga l'accidia " (Vellutello). Nello stesso senso, in un altro luogo del Purgatorio, il verbo compare in forma di infinito sostantivato: n'andai infin dove 'l cerchiar si prende (XIX 69), ossia " dove, finito di salire, si mette piede nel quinto cerchio " (Andreoli), e quindi " s'incomincia a girare lo monte del quinto balso " (Buti).
In Pg XIV 1 Chi è costui che 'l nostro monte cerchia?, c. non vale più semplicemente " girare attorno ", " fare un certo percorso in circolo ", bensì " percorrere un luogo in cerchio e salendo "; si riferisce cioè al viaggio di D. e Virgilio su per le cornici del Purgatorio; bene quindi interpreta Benvenuto: " circuit Purgatorium de circulo in circulum "; la chiosa del Lana, con acutezza psicologica, intuisce il contrasto fra questo c. di D. e dover restare tanto a lungo nella stessa cornice, fermi, accucciati e con gli occhi cuciti, degl'invidiosi: " Peccaduri de quel logo parlando insemme... diseano: ‛ Chi eno questi che cerchiano lo nostro monte? ' Quasi a dire: ‛ El va, e nui stemmo firmi ' ". Contrasto reso ancor più evidente nei versi successivi, particolarmente nel v. 3 e apre li occhi a sua voglia e coverchia.
Il verbo è usato in senso astronomico in Pd XXI 26 Dentro al cristallo che 'l vocabol porta, / cerchiando il mondo, del suo caro duce (per il testo v. Petrocchi, ad !., e Introduzione 117): a questo passo il Tommaseo crede di poter attribuire due eventuali spiegazioni: " Il ‛ cerchiare '... del mondo, tanto può riferirsi al circolare diurno intorno alla terra, pel supposto moto comune dei cieli, quanto al cerchio che Saturno descrive col suo moto proprio in quasi ventinove anni e mezzo, nel qual cerchio restano comprese le spere degli altri pianeti ". Ma in base alla concezione tolemaica non si può che interpretare nel primo modo, e così infatti spiegano tutti i commentatori antichi: " Saturnus circumdans mundum, circa quem movetur circulariter et amplectitur intra se ceteras speras planetarum " (Benvenuto).
In Pg II 4 il verbo non ha oggetto, e alcuni commentatori lo sottindendono, mentre altri spiegano il testo considerando c. intransitivo: la notte, che opposita a lui [al sole] cerchia: " La notte è sempre opposita al sole, non essendo altro che ombra de la terra la qual s'interpone tra l'uno e l'altra, e cerchia, gira e volge secondo che fa lui " (Vellutello). Fra coloro che sottintendono un oggetto è il Buti, la cui chiosa tuttavia pare meno precisa: " cinge lo mondo ".
Di nuovo transitivo, ma privo ormai di ogni valore di movimento, è il verbo in Pd XIV 55, in cui questo folgór che già ne cerchia vale " noi fascia e circunda " (Buti). Sempre con questo valore, ma in senso geografico, c. ricorre in Cv III V 19, ove l'equatore è detto il luogo lo quale tutta la palla cerchia, e che sempre ha lo die iguale con la notte; l'equatore, infatti, in quanto massimo dei paralleli, " circonda tutta la terra ". In Pg XXXII 38 poi cerchiaro una pianta dispogliata, il verbo, più che " circondare ", varrà " porsi attorno ", o meglio " disporsi in cerchio " intorno all'albero della scienza del bene e del male.
Il participio passato ricorre in If IV 107 un nobile castello, / sette volte cerchiato d'alte mura, e in Pg XXX 68 'l vel... / cerchiato de le fronde di Minerva; in entrambi i casi vale " cinto ", " circondato "; ma nel luogo di Inferno si riferisce alle mura che ‛ recingono ' il castello degli spiriti magni, mentre nel Purgatorio si tratta delle fronde dell'olivo che ‛ cingono ' la fronte di Beatrice coperta dal candido velo.
In Rime LVII 17 soave fiore / che di novo colore / cerchiò la mente mia, è usato in senso metaforico: il ‛ senhal ' della donna riempì l'animo del poeta di straordinaria gioia (cfr. Del Monte). Il termine appare infine nell'edizione Moore della Vita Nuova (XXXIX 9 8 Amore / li cerchia di corona di martìri): l'edizione del '21 ha invece Amore / li 'ncerchia di corona di martìri.