CERDONE (Κέρδων)
Eretico gnostico del sec. II. Secondo gli eresiologi, venne in Roma ai tempi del vescovo Igino (c. 136-40) e ne fu poi espulso. La sua dottrina sarebbe stata dello stesso ceppo di quella di Simon Mago e di quella di Saturnilo; egli avrebbe affermato l'esistenza di due dei: l'uno buono, rivelato dal Cristo, l'altro maligno, autore della legge mosaica. Sempre secondo gli eresiologi, Marcione avrebbe dedotto da C. i punti fondamentali della sua dottrina: diteismo, ripudio dell'Antico Testamento e di parte del Nuovo, docetismo del Cristo. Questa notizia è stata impugnata dal Harnack, il quale riduce la dottrina di C. alla consueta antitesi gnostica fra Dio supremo e demiurgo creatore del mondo corporeo.
Bibl.: A. v. Harnack, Marcion, das Evangelium vom fremden Gott, 2ª ed., Lipsia 1924, pp. 28 segg., 31 segg., dove sono raccolte tutte le fonti che si riferiscono a C.