cerebroplegia
Denominazione di un complesso di malattie cerebrali riunite da caratteri clinici comuni: disturbi motori (per lo più paresi, emiplegie o paraplegie) e turbe psichiche, che si manifestano e si associano in grado molto vario. Le cause della c. possono essere di differenti origini: prenatali (infezioni, traumi), natali (parto prematuro o distocico, asfissia del neonato), di natura tossica (alcolismo, saturnismo), infettiva (sifilide) o traumatica del capo. Nel parto prematuro l’ossificazione del cranio è insufficiente e l’encefalo può essere leso da traumi emorragici. L’asfissia del neonato porta a stasi venosa e favorisce la rottura delle vene situate sulla faccia esterna degli emisferi cerebrali, distruggendo il tessuto nervoso sottostante. Le forme dell’adulto, sia da traumi che da infezioni, sono dovute all’atrofia cerebrale. Le c. sono caratterizzate da processi degenerativi, flogistici, emorragici al cervello con esito in atrofia e, talvolta, da formazioni cistiche. Le lesioni dell’encefalo sono raramente associate a lesioni secondarie del midollo spinale. Riguardo la sintomatologia, nelle c. esistono spesso strabismo, deglutizione impacciata, movimenti atetosici o coreici. Le convulsioni e il coma si riscontrano nello stadio iniziale, l’epilessia può durare tutta la vita. Si possono notare disturbi trofici, stereoagnosia, emianopsia e anisocoria, disartria. L’intelligenza è sempre compromessa, fino all’idiotismo.