Cerere
La dea romana delle messi
Cerere (identificata con la dea greca Demetra) era la dea della fertilità dei campi. Nella vicenda mitica di sua figlia Proserpina (Persefone per i Greci), rapita e trattenuta sotterra dal dio dei morti ma poi restituita alla madre per una parte dell'anno, è simboleggiato il ciclo della vegetazione. In onore di Demetra e di Persefone si celebravano in Grecia i famosi misteri di Eleusi
Figlia di Crono e di Rea, Demetra era per i Greci la divinità che aveva insegnato agli uomini l'agricoltura, favorendone così il progresso. Il suo stesso nome era interpretato come "Madre Terra". A Roma ben presto con lei venne identificata Cerere, antica divinità italica strettamente associata a Tellus, dea della Terra. Cerere era celebrata con la festa delle Cerealie (19 aprile). Altre feste e sacrifici avevano luogo alla fine della semina e all'inizio della raccolta. A partire dal 496 a.C. la dea ebbe un tempio sull'Aventino.
Il racconto di un famoso inno omerico proietta in epoca mitica le origini del culto misterico di Demetra a Eleusi, che prevedeva la celebrazione di riti segreti cui venivano ammessi solo gli iniziati. Nel racconto Ade (il dio dei morti) si invaghisce della figlia di Demetra, Persefone, e, mentre ella sta cogliendo fiori in un prato, la rapisce portandola nel suo regno. Demetra sente il grido di sua figlia e, coprendosi con un velo nero e stringendo nelle mani fiaccole ardenti, vaga alla sua ricerca per nove giorni, senza nutrirsi né lavarsi. Poi apprende dal Sole la verità.
Adirata contro Zeus (Giove), che ha permesso il rapimento, Demetra abbandona l'Olimpo e assume le sembianze di un'umile vecchia. Giunta a Eleusi, viene accolta nella reggia per servire la regina Metanira. Ma la sua pena non l'abbandona; solo l'ancella Iambe riesce a indurla al riso con le sue battute spiritose: vengono così ricondotte al mito le origini delle frasi vivaci e argute che i fedeli solevano scambiarsi durante la processione in onore della dea. Rifiuta anche il vino rosso che le viene offerto, dicendo che le è consentito bere solo acqua con farina d'orzo e menta (la bevanda effettivamente in uso nei suoi riti).
Quando la regina le affida le cure del neonato Demofonte, Demetra si affeziona al bimbo e vorrebbe renderlo immortale temprandolo sulla fiamma del fuoco; ma viene scoperta da Metanira. La dea, indispettita, interrompe l'operazione e, rivelando la sua identità, chiede che le venga eretto un tempio lì a Eleusi: ella stessa insegnerà il rito per placarla. Cancellato ogni segno di vecchiaia, appare ora bellissima, profumata e splendente in tutto il corpo.
Costruito il tempio, Demetra vi prende sede, ma rimane in disparte da tutti gli altri dei, afflitta per la perdita di sua figlia. Una terribile carestia si abbatte sulla Terra, perché la dea non permette ai semi di germogliare. Il genere umano rischia di estinguersi e gli stessi sacrifici agli dei cessano.
Allora Zeus chiede ad Ade di restituire Persefone a sua madre. Ade obbedisce ma, astutamente, fa prima mangiare alla fanciulla un chicco di melagrana, sì che essa, avendo diviso del cibo con i morti, non possa distaccarsene completamente. E così sarà: Persefone abiterà sull'Olimpo per due terzi dell'anno; per un terzo, invece, sarà con il suo sposo negli Inferi. La vicenda è un'allegoria della natura e del ciclo della vegetazione, che muore e rinasce.
Pacificata, Demetra fa sorgere le messi dai campi, riempie la Terra di foglie e di fiori, e rivela ai re di Eleusi i suoi misteri.
Nei misteri che venivano celebrati a Eleusi, nei pressi di Atene, Demetra e Persefone erano strettamente associate al punto da essere designate semplicemente come "le due dee". Agli iniziati ai misteri veniva promessa una condizione di beatitudine nell'aldilà.
Nell'iconografia Demetra/Cerere è tradizionalmente raffigurata con una corona di spighe sul capo e un mazzo di spighe in mano. Numerose erano le feste in suo onore in tutta la Grecia; la dea era venerata soprattutto dalle donne. Da alcune di queste feste, per esempio le Tesmoforie, erano esclusi gli uomini.