cernere
. Latinismo (" vedere ") che D. usa soltanto nella Commedia. In senso proprio si trova in If VIII 71 già le sue meschite / là entro certo ne la valle cerno. In Pd XXI 76 c. ha il significato di " vedere " nel senso di " intendere ": ma questo è quel ch'a cerner mi par forte, " mi pare difficile a intendere "; in XXVI 35 quello di " discernere ", " riconoscere ": ciascun che cerne / il vero in che si fonda questa prova, " che riconosce la verità su cui è fondata questa dimostrazione, cioè che ammette Dio essere il sommo bene " (Casini-Barbi). Vale " distinguere fra molti ", in Pg XXVI 115 " questi [Arnaldo Daniello] ch'io ti cerno / col dito ", e additò uno spirto innanzi, / " fu miglior fabbro del parlar materno... "; " distinguere, distribuire secondo un giudizio prestabilito ", in Pd XXXII 34 sotto lui [Giovanni Battista] così cerner sortiro / Francesco, Benedetto e Augustino: " ebbero in sorte di distinguere, segnare la linea di separazione " tra i gradi della rosa dei beati (v. CERNA).
Il verbo, inoltre, è stato variamente inteso dai commentatori antichi e moderni in Pd III 75, nella risposta di Piccarda alla domanda di D. se le anime desiderano di essere collocate in un grado più alto di beatitudine: " Se distassimo esser più superne, / foran discordi li nostri disiri / dal voler di colui [ Dio ] che qui ne cerne... ". Il Sapegno accoglie la spiegazione di ne cerne data da Benvenuto: " deputat nos quemlibet in ordine suo ", che ritiene ottima, e, aggiungendo che altri intende " ci assegna qui, ci aggiudica questo luogo più basso ", giustamente osserva: " ma il discorso di Piccarda, come appare chiaramente da ciò che segue, si riferisce alla condizione di tutti i beati, e non solo a quelli che appaiono nel cielo della luna; e qui vale: ‛ nel Paradiso ' come poi al v. 77 ". Diverse interpretazioni o sfumature semantiche di cerne diedero il Buti (" giudica "), il Venturi seguito dal Porena e altri (" sceglie ", " distingue ", " separa "), lo Scartazzini (" vede "), il Momigliano ( " assegna ").