CERNIHIV
ČERNIHIV (russo Černigov)
Città dell'Ucraina, nel Medioevo capitale dell'omonimo principato sviluppatosi prevalentemente sotto la stirpe slava dei Severiani. Citata per la prima volta nel 907 all'epoca del principe Oleg, nel 988 assurse a sede vescovile; conobbe una particolare fioritura politica e culturale tra i secc. 11° e 13° e fu distrutta dai Tartari nel 1239. Nei secc. 14°-15° appartenne alla Lituania e alla Polonia.Delle fortificazioni e del palazzo principesco sono rimasti soltanto i resti delle fondamenta. È invece conservata la cattedrale della Trasfigurazione del Salvatore (Spaso-Preobraženskij), la più antica costruzione monumentale dell'Ucraina a essere pervenuta, fondata nel 1033 da Mstislav Vladimirovič di Č. e di Tmutarakan' (1024-1036), che fu in competizione con il fratello Jaroslav I il Saggio per la supremazia nella Rus' di Kiev. Da una cronaca si evince che, alla morte di Mstislav, le mura erano alte soltanto quanto un cavaliere in sella; Jaroslav, succeduto a Mstislav, favorì il rapido progredire dei lavori, che si conclusero nel 1041. L'edificio è opera di maestranze bizantine; nella pianta ricorda la chiesa della Decima (Desjatina) a Kiev. Seguendo il modello bizantino di chiesa a croce greca inscritta coperta da cupola, i quattro pilastri cruciformi della cupola centrale si ergono liberi all'incrocio delle volte a botte; quattro tamburi con cupole più piccole coprono gli spazi laterali. A E si trova un transetto antistante l'altare; isolato a O è un nartece, al di sopra del quale si estende un matroneo, che in origine proseguiva con balconate di legno nelle navate laterali, a cui si accede attraverso una scala a chiocciola posta nell'angolo nordoccidentale. Al modello bizantino rimandano anche la tecnica a corsi alternati di pietra e laterizio, l'ariosità dello spazio interno, l'utilizzo di colonne di marmo nelle arcate dei bracci della croce e di rilievi in scisto nella balaustrata del matroneo, l'articolazione ad arcature cieche delle pareti esterne, in particolare delle tre absidi, le paraste arrotondate o a spigoli vivi, nonché la decorazione in mattoni con motivi a greca, a spina di pesce e a intreccio. Inusuali appaiono invece il braccio settentrionale e quello meridionale della croce separati dal corpo centrale, nel pianoterra e in quello del matroneo, tramite due trifori sovrapposti, a loro volta sormontati da un arcone. Nella navata centrale si viene così a creare l'effetto spaziale proprio di una basilica e da questo punto di vista è possibile avanzare confronti con le chiese di S. Nicola a Myra e di Dere Ağzı, in Turchia. Caratteri tipicamente russi si colgono nell'impiego di pilastri all'interno e di timpani semicircolari che seguono il profilo delle volte a botte nelle pareti esterne. Ai lati delle absidi furono aggiunte, nel sec. 11°, piccole cripte per le sepolture della famiglia principesca. La struttura esterna della cattedrale risulta modificata in modo rilevante a causa di ripetuti danni di guerra e di successive aggiunte dei secc. 17° e 18° (torre circolare dell'angolo sudoccidentale al posto del vecchio battistero). Al di sotto di frammenti di affreschi del sec. 11° ne affiora uno precedente, raffigurante la testa di s. Tecla.È possibile ritenere che, a cavallo tra i secc. 11° e 12°, si fosse sviluppata a Č. una scuola architettonica autonoma (Logvin, 1980); ne sarebbe caratteristica l'associazione dell'opera muraria in laterizi con la decorazione in pietra calcarea tagliata, che si riscontra nella chiesa dei Ss. Boris e Glĕb, fondata dal principe Davide Svjatoslavovič ed edificata tra il 1097 e il 1120-1123. Particolarmente evidente nelle murature è il forte spessore dei letti di malta costituita da calce mista a frammenti di laterizi. La configurazione come chiesa con pianta a croce inscritta di dimensioni relativamente grandi - con una sola cupola, sei pilastri, tre absidi e copertura con timpani semicircolari in corrispondenza delle volte a botte - deriva dalla cattedrale della Dormizione della laura delle Grotte di Kiev (1073-1078). Originariamente la costruzione era circondata da ampie gallerie a destinazione funeraria. L'articolazione delle pareti esterne era determinata da possenti semicolonne poste davanti a lesene e da un fregio continuo romanico ad archetti che corre alla base dei timpani semicircolari e lungo le cornici sommitali delle absidi e della cupola. All'influsso romanico si potrebbero anche ricondurre i portali modanati, i doccioni e le forme dei capitelli tagliati in pietra calcarea, i rilievi con grifoni e pantere disposti simmetricamente, nonché gli ornamenti vegetali e a nastri intrecciati. Come a Kiev, file di nicchie semicircolari a gradini e grosse finestre alleggeriscono le pareti.Simile nella pianta e nella configurazione è la chiesa della Dormizione, costruita probabilmente nella seconda metà del sec. 12° e appartenente al principesco convento dell'Olivo (Eleckij), fondato nel 1060. In questo caso, nella muratura, i letti di malta in mattoni diventano sottili e vengono adottate la copertura a volte a botte affiancate e l'articolazione della facciata. Una particolarità è rappresentata dal battistero, posto nella parte meridionale dell'isolato nartece occidentale, la cui abside si erge nel naós e presenta, quale cornicione del tetto, un fregio continuo ad archetti e dentelli. Al di sotto del matroneo a forma di U si trovano volte a crociera all'angolo settentrionale e sudoccidentale, inusuali per la Rus' di Kiev. A causa di successivi danni e di trasformazioni barocche (per es. l'aggiunta di quattro cupole secondarie) poco si può dire di ciò che resta. Del sec. 12° si sono conservati esigui brani di affreschi: nel nartece alcune parti del Giudizio universale, nel battistero frammenti di una orante, di un Battesimo di Cristo, di figure di santi e dei Tre giovani nella fornace.Pressoché nulla è rimasto della chiesa di S. Elia, collegata con caverne di eremiti, costruita nel sec. 12° seguendo il modello dell'aula a cupola con nartece e successivamente molto modificata.Alla tipologia russa della chiesa 'a torre' appartiene quella di Paraskeva-Pjatnica, elegante costruzione databile tra la fine del 12° e l'inizio del 13° secolo. Essa si erge sul luogo di un monastero femminile, fondato dal principe Rurik Rostislavovič presso il mercato, e fu edificata probabilmente dal maestro Peter Miloneg di Smolensk. Distrutta durante l'ultima guerra mondiale, è stata poi fedelmente ricostruita. Affinità si possono riscontrare con la cattedrale dedicata all'arcangelo Michele (Svirskaja) a Smolensk (1191-1194). Si tratta di una chiesa interamente in laterizio, con pianta a croce greca inscritta coperta a cupola e con caratteristica terminazione trilobata della facciata. La copertura della navata centrale è costituita da una struttura voltata gradonata, mentre sugli ambienti laterali si trovano volte a semibotte. Poiché gli archi dell'incrocio sono eretti a quota più alta rispetto alle volte dei bracci della croce, e queste ultime sono a loro volta più alte dei timpani semicircolari delle pareti, risulta esternamente un triplice passaggio gradonato all'imponente tamburo della cupola, aperto da numerose finestre. Le forze verticali e dinamiche vengono accentuate dagli elementi costruttivi: pilastri a fascio, portali a tutto sesto con strombi a ghiere multiple, serie di finestre e nicchie, cornicioni, fregi e parti di riempimento con raffinate ornamentazioni a mattoni.
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