CEROPLASTICA
È l'arte di modellare figure in cera, ed è arte antichissima. La deperibilità della materia ha fatto sì che pochissime testimonianze di quest'arte siano giunte fino a noi, così che sono i passi degli antichi autori le sole fonti di informazioni, o quasi, che noi abbiamo. Secondo Plinio (Nat. hist., xxxv, 153) lo scultore che per primo usò sistematicamente la cera nelle sue opere fu Lysistratos, fratello di Lisippo, che la colò nelle impronte prese sui modelli, al fine di ottenere ritratti il più possibile somiglianti. L'espediente caratterizza quella ricerca di verismo che è tipica per la generazione di Lisippo, almeno secondo gli storiografi antichi. L'uso delle immagini in cera appare tipico dell'ambiente romano ove è documentato sia per le maschere funerarie dei maiores - gli antenati (Plut., Num., i; Plin., Nat. hist., xxxv, 6) - sia per quelle di atleti, ecc. Altro uso della cera come materia figurativa è documentato per le immagini dei Lari, per le bamboline da bambini, per le figure degli scacchi, o latrunculi (Plin., Nat. hist., viii, 215). Anche nei riti esorcistici e nelle pratiche magiche le figurine di cera avevano un ruolo di primaria importanza per effigiare la persona contro la quale si esercitava il malefizio o il sortilegio. Infine è da ricordare la cera che serviva a modellare le figure da gettare poi in bronzo, secondo la tecnica detta appunto della "cera perduta" (v. Bronzo).
Bibl.: H. Blümner, Technologie und Terminologie der Gewerbe und der Künste, Lipsia 1879, II, p. 151 e ss. Per l'uso della c. a scopo magico o rituale: J. G. Frazer, The Golden Bough, Londra 1911-15.