cervello
La parte anteriore dell’encefalo, contenuta nel cranio. Anatomia. Il c. ha forma di ovoide, avvolto dalle meningi che lo separano dalle pareti ossee della cavità cranica e, con una loro espansione, detta tentorio, dal cervelletto. Suoi costituenti principali sono i due emisferi cerebrali e la regione diencefalica formata essenzialmente dalla regione talamica e dall’ipotalamo. Il c. ha una superficie segnata da una profonda scissura interemisferica e dalle solcature che delimitano i lobi (in numero di 5: frontale, parietale, temporale, occipitale e limbico) e le circonvoluzioni; vi sono rappresentate le due sostanze nervose fondamentali: la sostanza grigia in superficie (corteccia cerebrale), e internamente la sostanza bianca, che costituisce il centro ovale.
Il c. riceve, trasmette ed elabora le informazioni nervose che afferiscono dalla periferia e organizza le attività mentali e comportamentali. I sistemi funzionali cerebrali sono ben definiti sul piano anatomico e funzionale, attraverso una rete interneuronale, che coordina le attività delle diverse strutture. Ogni emisfero presiede ai movimenti volontari della metà opposta del corpo, dato che le fibre nervose che lo fanno comunicare con il midollo spinale si incrociano all’altezza del midollo allungato. Il talamo fa pervenire alla corteccia la maggior parte delle informazioni sensoriali e dolorifiche; il sistema limbico interviene nella dinamica emotiva; in collegamento con il cervelletto, con alcune formazioni della base e con la corteccia cerebrale partecipa al controllo dell’esecuzione dei movimenti. L’ipotalamo svolge un ruolo preminente nel controllo delle funzioni endocrine e vegetative. Dal punto di vista metabolico il c., pur avendo solamente il 2% circa dell’intero peso corporeo, è molto attivo e richiede per le sue attività intorno al 20% del metabolismo basale, consumando prevalentemente glucosio e ossigeno.
La complessità anatomica e funzionale del c. si ripercuote sulle difficoltà diagnostiche e terapeutiche riguardanti le patologie che lo colpiscono: alla compromissione, per vari eventi morbosi, delle sue strutture corrispondono solitamente quadri clinici ben precisi legati alla topografia e alla funzione della zona interessata. D’altro canto però il c. ha grandi possibilità di supplire alla distruzione delle sue cellule con l’attivazione di circuiti complementari rimasti inattivi fino all’evento morboso.