CERVINO
Per la sua forma di ardita e isolata piramide è il monte più caratteristico e più noto delle Alpi. Fa parte delle Alpi Pennine (Alpi del Vallese degli Svizzeri) ed è alto 4478 m. (4505 secondo le carte svizzere). Poggiato sopra una base rettangolare, due spigoli fanno da confine con la Svizzera (E.-SE. o di Furggen e SO.), due sono interamente in Svizzera (NE. o del Hornli e NO. o di Zmutt). Hanno questa lunghezza e pendenza media (secondo Gussfeld):
Gli spigoli hanno la caratteristica comune di essere dotati di una smussatura detta spalla; lo spigolo di SO. si presenta dentellato (Crête du Coq), lo spigolo di Furggen è sinuoso. Presso la spalla dello spigolo di SO. (chiamata Picco di Tyndall) scende un quinto spigolo verso l'Italia in direzione S.-SO., mentre nel versante nord cala uno spigolo minore detto naso di Zmutt. Gli spigoli limitano le diverse facce; quella meridionale, rivolta verso l'Italia, assai ampia, incisa da solchi, domina la conca di Breil; quella settentrionale è più d'ogni altra erosa dagli elementi; entrambe sono intaccate da ripidi canaloni e interrotte nella parte inferiore da gradini, in cui si trovano piccoli ghiacciai; le pareti occidentale e orientale, più regolari e meno ampie, si presentano più lisce e formano i circhi dove s'annidano i ghiacciai di Furgg e di Tiefenmatten.
Rudero immane, eroso da ogni parte, il Cervino si erge su una base di calcescisti (filladi, carniole e quarziti tabulari) e di pietre verdi (prasiniti, serpentine, anfiboliti, talcoscisti), formazione comune a tutta la Valtournanche, alle valli di Challant e di Saint-Barthélemy e a molte valli del Piemonte a ponente della Valle d'Aosta; i terreni hanno aspetto variato a seconda della prevalenza dei diversi componenti e gli strati hanno tinta ora bruna ora grigiastra. Questa parte inferiore, di forme molli e tondeggianti, contrasta in sommo grado con l'aspetto delle pareti superiori dove predomina invece un gneiss scistoso-verdognolo (di Arolla), talora granitoide, fogliettato e con grosse macchie feldspatiche (arkesina), al quale nella parte più alta s'intercalano dei micascisti e dei gneiss minuti, qualche lembo calcareo e banchi di diorite. La più facile erodibilità dei calcescisti rispetto ai gneiss accentua la grandiosità del paesaggio, cui contribuisce anche il fatto che gli strati gneissici, pur avendo debole inclinazione, per le pressioni cui furono sottoposti sono stati rotti con linee di frattura assai vicine alla verticale, in modo che si ha grande contrasto nei particolari come nell'insieme tra linee orizzontali e verticali, le prime connesse alla stratificazione, le seconde alla fratturazione intervenuta durante l'orogenesi. Accentuano lel differenze l'azione degli elementi, acqua, vento, gelo. Tra i ghiacciai sono da ricordare nella parte svizzera quelli di Matterhorn, di Tiefenmatten, di Furgg; per la parte italiana i ghiacciai della Forca del Cervino, e del Leone; la particolari condizioni morfologiche permettono solo l'esistenza ad apparati di modesta estensione.
Secondo l'ipotesi del Gerlach (sviluppata successivamente dall'Argand), la parte più alta del Cervino fa parte d'una vasta elissoide (falda pennidica o coltre della Dent Blanche); per il rovesciamento della serie stratigrafica i terreni gneissico-granitici dell'età primaria sono soprastanti ai più recenti terreni (calcescisti) dell'età seeondaria; pieghe costipate e ribaltate hanno complicato ancor più le cose, tanto che mentre da Valtournanche la pila di strati appare quasi regolare, la parete svizzera di Tiefenmatten mostra copiose irregolarità dovute ai ripiegamenti della serie.
I due centri più noti posti ai piedi del Cervino sono Zermatt (in val Nikolai, m. 1620) nel versante svizzero eValtournanche (m. 1514) nel versante italiano.
La conquista del Cervino costituisce una delle pagine più belle della storia dell'alpinismo. L'inizio dei tentativi di conquista del Cervino (laBecca dei valligiani di Valtournanche) è aperto dall'ascensione compiuta nel 1857 da Amato Gorret, Giovanni Antonio Carrel (il Bersagliere) e Giacomo Carrel alla Testa del Leone (m. 3718), soprastante la Valtournanche. Negli anni successivi seguono altre salite verso la cima partendo dal versante italiano. In una di queste (28 luglio 1862) il fisico inglese Giovanni Tyndall (18301893), che l'anno prima era riuscito a superare il Weisshorn, riesce a raggiungere quella cima che dalla valle sembrava essere una delle due vette del Cervino (Picco di Tyndall, m. 4241). Il 29 e 30 agosto 1861 un primo tentativo aveva compiuto anche Edoardo Whymper (1840-1910), l'alpinista inglese dotato di ammirevole costanza e ardimento, che alla fine dopo nove tentativi, alcuni dei quali eseguiti da solo, riuscirà a scalare la vetta. Subito dopo la fondazione del nostro Club Alpino (1863) si ripensò all'impresa, che avrebbe dovuto venir compiuta (se le occupazioni politiche non glielo avessero impedito) da Quintino Sella, il quale ebbe per luogotenente F. Giordano. Fu costui che spinse alla salita i valligiani di Valtournanche, primo fra tutti Giovanni Antonio Carrel, il quale, dopo aver rinunciato ad accompagnare il Whymper, si dette animosamente a preparare la salita italiana. Fu durante uno di questi tentativi, il 14 luglio 1865, che il Bersagliere, giunto con alcuni compagni poco sotto alla vetta, vi vide il Whymper, il quale dal versante svizzero, per la cresta nord-est e il Hörnli, era riuscito a raggiungere la cima. Erano con lui in quel giorno le guide Croz e Taugwalder padre e figlio, e gli inglesi Hadow, Douglas, Hudson. Durante la discesa, essendo Hadow caduto piombando addosso a Croz che precedeva, anche Douglas e Hudson scivolarono. Invano gli altri cercarono di trattenere i caduti: la corda si ruppe e i quattro precipitarono nell'abisso. Intanto gl'Italiani, ritornati a Breil certi della sconfitta ma ancora ignari della sciagura, furono incitati dal Giordano alla salita dal versante italiano e infatti il 17 luglio il Carrel, assieme a G.B. Bich, piantava la bandiera italiana accanto a quella inglese, salendo da Breil per la cresta sud-ovest. In seguito, sotto l'impressione della tragedia avvenuta dall'altra parte, l'esplorazione del Cervino subì un rallentamento, ma già nel 1867 (13 settembre), Giovanni Giuseppe Maquignaz trovava una via di salita più breve di un'ora (cresta sud-ovest, via attuale), il 27 luglio 1868 Giovanni Tyndall compiva la traversata completa da Breuil a Zermatt. Altre salite vennero compiute dal versante svizzero (fino al 1880 erano salite sulla vetta 189 persone, 132 dalla parte svizzera, le altre da quella italiana); si poté così determinare che la salita da Zermatt è più facile, ma più pericolosa, quella da Valtournanche più difficile, ma più sicura.
I rifugi più alti che agevolano l'ascensione alla cima sono il rifugio Luigi Amedeo di Savoia (3830 m.) per il versante italiano; il Hörnli (3298 m.) e la capanna Solway (circa 4000 m.) per il versante svizzero.
V. tavv. CCXXV-CCXXVIII.
Bibl.: G. Rovereto, Studi di geomorfologia, II, Il Cervino, Genova 1908; una ristampa aggiornata è stata pubblicata nel 1921 nella rivista Augusta Praetoria (Le Grand Cervin); F. Sacco, Les Alpes Occidentales, Torino 1913; id., Come si formò il Cervino, in Rivista della Giovane montagna, IX e Le Vie d'Italia, XXVI (1930), pp. 650-6; id., Il glacialismo antico e moderno del Cervino, in Atti della R. Accad. delle scienze di Torino, LIII (1918); V. Novarese, Il Quaternario in Val d'Aosta, R. Ufficio geologico, Roma 1925; M. Vanni, I ghiacciai del Cervino sul versante italiano, in Boll. del Comitato glaciologico, Torino 1927, n. 7; W. A. B. Coolidge, Il Cervino nella storia, in Rivista mensile del C. A. I., XXXI (1912), pp. 6-9; E. Whymper, Scrambles amongst the Alps, Londra 1871; id., The ascent of the Matterhorn, Londra 1880. Quest'ultima opera contiene le tabelle approssimative delle ascensioni fin dal 1879; Martelli e Vaccarone, Guida delle Alpi Occidentali, II, ii, Torino 1889; G. Rey, Il monte Cervino (con nota geologica di V. Novarese), Milano 1926 (2ª ed.); G. Bobba, Le Mont Cervin, in Revue Alpine, XXV (1924), pp. 139-92; id., Monte Cervino, Monza, Guide del C. A. I., Sezione Universitaria 1926; C. Haensel, La lutte pour le Cervin (tradotto dal tedesco), Ginevra 1930, p. 216. Fra le carte, oltre a quelle topografiche, è da vedere la levata speciale (1922) dell'Istituto geografico militare (Monte Cervino e Conca di Breil) alla scala 1 : 20.000, per la quale fu usato il metodo stereogrammetrico.