ALESSANDRI, Cesare
Operaio scultore in legno, nacque a Firenze il 13 febbr. 1869. Entrato da giovane nel movimento socialista, vi ebbe presto incarichi di rilievo, emergendo per le sue qualità organizzative. Al congresso nazionale di Roma (settembre 1900), fu eletto alla direzione del Partito socialista, per la quale assolse i compiti di segretario amministrativo, redattore responsabile del Bollettino della Direzione del P.S.I. (menalle, 1902-1906) e direttore, con Enrico Ferri, de L'Avanguardia socialista (1902).
Di questa opera presentò un rendiconto pubblico, insieme con A. Costa e S. Varazzani, nel fascicolo Per il congresso di Imola del Bollettino citato, 31 luglio 1902.
Dopo il congresso di Imola (1902), assolse diversi incarichi periferici, dedicandosi anche all'attività sindacale, e militando nella sinistra del suo partito. Nelle elezioni del 1904 fu presentato candidato per il collegio di Pistoia, ma non fu eletto. Intorno allo stesso anno fu a Brindisi, a dirigere la Camera del Lavoro e il giornale L'Azione socialista;in seguito, diresse la Camera del Lavoro di Venezia, dove esplicò anche la sua propaganda su Il secolo nuovo nel 1911. Prima dello scoppio della guerra mondiale, si recò in Francia, dove divenne corrispondente per l'Avanti! e collaboratore de Le Populaire fino all'espulsione dal paese nel 1919.
Secondo quanto l'A. stesso dichiarò sull'Avanti! del 12 apr. 1919, tale decreto fu emesso a motivo della sua posizione politica: notificatogli nell'aprile, e ottenuta l'A. una proroga per interessamento di amici, non sembra che esso abbia avuto esecuzione.
Tornato in Italia, nell'ottobre 1919 l'A. ebbe l'incarico di dirigere la Federazione dei lavoratori in legno, e negli stessi giorni fu eletto alla Camera dei deputati nella circoscrizione di Venezia, come capolista del P.S.I. Alla Camera svolse scarsa attività, che egli giustificava con la sfiducia nell'istituto parlamentare. Partecipò invece attivamente alla lotta fra le correnti nel suo partito, scrivendo ancora spesso sull'Avanti! e su Comuni sano del Serrati.
Alla vigilia del congresso nazionale di Livorno (gennaio 1921) firmò, con A. Baratono, A. Vella, G. Bacci e lo stesso Serrati, la mozione "comunista unitaria", che si pronunciava per un'azione rivoluzionaria e per l'appoggio alla III Internazionale, senza peraltro pretendere l'esclusione dell'ala riformista. Della frazione "comunista unitaria" fu segretario, e nel marzo del 1921 si schierò, nel gruppo parlamentare socialista, a metà strada fra le posizioni di G. Casalini (destra) e C. Lazzari (sinistra). Un atteggiamento "centrista" manifestò di nuovo nell'ottobre 1921 al congresso nazionale di Milano, raccogliendo però intorno alla sua mozione solo 8.000 voti contro i 47.000 della sinistra di Serrati, 3.700 di O. Lazzari e 20.000 di F. Turati e G. Baldesi.
In seguito all'affermazione del fascismo, si dedicò a collaborazioni di tipo tecnico-sindacale a Battaglie sindacali e ad altre pubblicazioni, partecipando al movimento di ex socialisti favorevoli all'accordo col nuovo regime, che fu detto della "Gironda". Trascorse gli ultimi anni a Roma, ormai dimenticato nella diversa situazione politica dominante: si ignora la data della morte.
Fra i suoi scritti principali si ricordano: La conquista dei pubblici poteri, Siena 1904; prefazione e note a J. Jaurès, Discorsi. Politica estera, pace internazionale, Milano 1917; traduzione, con prefazione, di R. Luxemburg, Lo sciopero generale. Il partito e i sindacati, Milano 1919; traduzione di R. Rolland, Gian Cristoforo, Milano 1920. Più importante un suo libro, Il sindacalismo in Russia, Roma 1929.
Fonti e Bibl.: Notizie di lui ricorrono frequentemente sulla stampa socialista e nei resoconti dei congressi e dei convegni di quel partito. Si vedano inoltre: R. Michels, Storia del movimento socialista in Italia, Firenze 1908, pp. 196, 293; Id., Proletariato e borghesia nel movimento socialista italiano, Torino 1908, p. 112; C. Pompei-G. Paparazzo, 1508 della XXV Legisl., Roma 1920, p. 9; A. Gramsci, Note sul Machiavelli, sulla politica e sullo Stato moderno, Torino 1949, pp. 65-68; F. Turati-A. Kuliscioff, Carteggio, V, Dopoguerra e fascismo (1919-1922), Torino 1953, pp. 459, 480, 491; A. Gramsci, L'Ordine Nuovo (1919-1920), Torino 1954, pp. 428, 431 e seguente.