ARTOM, Cesare
Nacque ad Asti il 20 giugno 1879; si laureò in scienze naturali all'università di Torino (1901), sotto la direzione di Ermanno Giglio-Tos. Quando (1903) questi occupò la cattedra di zoologia a Cagliari, l'A. lo seguì come assistente. Rimase colà fino al 1912, e, dopo un anno di assistentato alla cattedra di fisiologia umana a Genova, si trasferì a Roma, dove frequentò l'Istituto di anatomia comparata diretto da Battista Grassi. Nel 1910 aveva conseguito la libera docenza in zoologia. Negli anni 1913-14 e 1914-15 ebbe l'incarico dell'insegnamento della zoologia all'università di Roma. Dopo la parentesi della guerra, in cui fu richiamato alle armi, fu prima incaricato e poi titolare di zoologia e anatomia comparata nell'università di Siena, donde passò a Sassari e poi, nel 1926, alla cattedra di zoologia a Pavia, che tenne fino alla morte, avvenuta a Milano il 10 marzo 1934.
L'A., che nel 1907 si era recato a lavorare presso Theodor Boveri a Würzburg, si dedicò soprattutto a ricerche di citologia, disciplina di cui fu uno dei maggiori cultori in Italia. I suoi studi più importanti, che incontrarono vasto riconoscimento intemazionale, sono quelli sul crostaceo fillopode, Artemia salina, che vive nelle saline. Ne studiò accuratamente la cariologia in varie razze diploidi e tetraploicli, anfigoniche e partenogenetiche, e cercò di rintracciare i rapporti genetici che le collegano. Sullo stesso animale l'A. studiò anche altri problemi, quali la variabilità in dipendenza da condizioni d'ambiente (salsedine), i rapporti fra tetraploidia e gigantismo, ecc. Altre ricerche dell'A. hanno per oggetto la spermatogenesi di Paludina vivipara, con particolare riguardo alla spermatogenesi atipica, che in questo mollusco è abituale; la determinazione del sesso nel pesciolino Gambusta importato e acclimatato in Italia perché distruttore di larve di zanzare. L'A. è inoltre autore di pubblicazioni su argomenti di carattere generale sempre nel campo della citologia e della genetica. Ha indirizzato alcuni allievi alle ricerche citologiche.
Le note e memorie pubblicate dall'A. sono circa una sessantina. La maggior parte si riferiscono alle ricerche sull'Artemia (la prima è: Osservazioni generali sull'Artemia salina delle saline di Cagliari, in Zoolog. Anzeiger,XXIX [1906], pp.284-91). I risultati principali del lavoro eseguito durante una ventina di anni sono riassunti nella memoria: L'origine e l'evoluzione della partenogenesi attraverso i differenti biotipi di una specie collettiva (Artemia salina L.) con speciale riferimento al biotipo diploide partenogenetico di Cette, in Mem. d. R. Accad. d'Italia, Classe d. scienze fis., matem. e natur., II, 2 (1931), pp. 219-273. Le ricerche, sulla spermatogenesi di Paludina sono riassunte nella memoria: Il comportamento della sostanza cromatica e dellapparato condriosomico nella spermatogenesi dimorfa di Paludina vivipara,in Ricerche di Morfologia, I (1920), pp. 99-126. Fra le opere di carattere generale, si ricordano: Principi di genetica, in Riv. di Antropologia, XIX (1914), pp. 381-410; Le cellule germinative studiate nella loro tendenza a determinare il sesso, in Rivista di Biologia, VI (1924), pp. 450-457; Tetraploidismo e gigantismo, in Rev. d. Ges. Hydrobiol. und Hydrogr., XVI(1926); Il mendelismo elementare e l'ereditarietà nell'uomo, Firenze 1930; Il mendelismo in rapporto con l'eredità fisiopatologica dei sangue, in A. Ferrata, Le emopatie, I, (2 ediz., 1933), pp. 267-301; Cromosomi ed ereditarietà, in Bollett. d. Soc. ital. di biol. sperim., VIII(1933), pp. 895-909.
Bibl..- P. Pasciuini, C. A., in Riv. di Biologia, XVI (1934), pp. 645-654; E. Zavattari, Commemorazione del prof. C. A., in Boll. d. Soc. Medico-Chirurgica di Pavia, XLVIII, 3 (1934), pp. I-XXX.